Vigili urbani senza soldi per acquistare le divise a Pordenone

Con la spending review tagliati i fondi. Priorità alle dotazioni di sicurezza. Senza copertura finanziaria gli abiti estivi. Appello alla Regione dell’assessore

PORDENONE. Divise estive? Chissà se ci saranno per tutti. La spending review (revisione della spesa) non risparmia nemmeno il corpo di polizia municipale. Perché i fondi per acquistare il vestiario dei vigili urbani – 57 per coprire Pordenone e Roveredo su tre turni, con tanto di pattuglia notturna reperibile e per mandare avanti tantissime funzioni – non attingono a un fondo speciale, sono il provento di fondi comunali. E così Pordenone, anche se se la passa meglio di altri Comuni, quest’anno potrebbe non farcela a coprire tutte le spese.

La lista presentata dal Comando, come si legge in una determina del patrimonio e provveditorato, porterebbe a una spesa di 70 mila euro. Ma tutti i soldi non ci sono. La determina prevede per ora una spesa di 20 mila euro «ma abbiamo una capacità di circa 50 mila euro – spiega l’assessore al coordinamento civico, Flavio Moro –. Lo scorso anno non abbiamo speso nemmeno un euro, quest’anno cercheremo di mettere più risorse possibili, ma purtroppo anche questo è soggetto a spending review per cui non so se riusciremo a rispondere per intero al fabbisogno. Sicuramente copriremo la dotazione di sicurezza».

I fondi sono necessari per comprare scarpe antinfortunistiche, giubbotti catarinfrangenti, pantaloni, camice, cappelli, calze e tutti gli elementi di cui è composta la divisa. E non sono certo pochi: 15 elementi per la divisa invernale, la metà per quella estiva (come da regolamento comunale aggiornato al 2008) per cui il costo è presto fatto. Anche perché la sostituzione della dotazione non avviene certo per capriccio, o per seguire la moda.

C’è un problema di usura che il regolamento comunale determina in modo parco. Mediamente gli articoli vengono sostituiti ogni tre anni: considerato che la prima dotazione prevede tre paia di pantaloni, sei camice, una sola giacca a vento e che è ammessa una sola sostituzione per danneggiamento, non si può dire che ci sia uno spreco. Anche perché la divisa viene indossata ogni giorno.

Ma come mai questa spesa ricade sulle casse dei Comuni? Esiste una legge regionale sulla sicurezza che ora disciplina anche novità alle divise – «ma non c’è obbligo di sostituirle subito – chiarisce Moro – si provvederà nel tempo» – che però non stanzia fondi per questo capitolo.

«Come assessore ho chiesto in sede di Comitato per le autonomie locali – dice Moro – che le spese per il vestiario rientrino tra quelle finanziabili. Altri Comuni hanno condiviso la mia posizione, però, attualmente questo non è ancora possibile. Ragione per cui dobbiamo fare con i fondi che abbiamo». E pensare che la legge regionale ammette il finanziamento delle dotazioni di abbigliamento per i volontari per la sicurezza.

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