Vigneto Friuli, l’analisi dell’esperto: tante competenze e un clima alleato

I 40 anni della ribolla gialla di Collavini 

La degustazione di 5 annate di Ribolla gialla spumante di Collavini, che festeggiava nell’occasione i 40 anni dalla prima spumantizzazione, poi tradottasi in una storia di grande successo enologico, è stata l’occasione per una panoramica sullo stato di salute del vigneto Friuli.

Nella sede centrale di FriulAdria Credit Agricole, attori principali della conversazione sono stati, dopo i saluti del sindaco di Udine Pietro Fontanini e del vice direttore generale della banca Paolo Contini, il sommelier Francesco Saverio Russo e Luigi Collavini, uno dei figli di “patron” Manlio.

«Mio padre - ha detto Luigi Collavini - è stato il primo che ha avuto l’intuizione di spumantizzare questo vitigno autoctono che fino a pochi anni fa era quasi sconosciuto fuori dai confini del Friuli. La nostra Ribolla viene meglio ma perchè abbiamo pazienza, sappiamo aspettare tempi lunghi prima di presentarla alla vendita. Ecco ci piacerebbe che qualche nostro collega seguisse un po’ di più la nostra strada per valorizzare davvero il vitigno e non perdere l’ennesima occasione per l’intero sistema».

Il sommelier Russo ha sottolineato quali sono pregi e difetti, a suo avviso, del vigneto Friuli. «In questa regione - ha spiegato - c’è un livello altissimo di competenze enologiche e il territorio ha subito di meno il riscaldamento globale rispetto ad altre regioni italiane ed europee. Infatti le ultime annate hanno una certa costanza qualitativa. Territorio e clima, dunque, sono degli alleati, però spesso ci si siede e ci si fa trascinare dal mercato e dalla quantità. Invece ci vorrebbe pazienza, quella un po’ manca. Ma le basi per sfondare nel mercato globale non mancano affatto».

Russo si è poi addentrato a parlare di Ribolla gialla in modo più specifico. «All’estero chiedono bollicine che siano sicura espressione di un terroir tipico italiano - ha aggiunto - . La Ribolla friulana può dire la sua, ma deve essere trattata con garbo, con delicatezza, con molto mestiere.

Quello che produce Collavini è uno spumante che non si è mai fatto trascinare dalle mode, che è rimasto fedele a sè stesso e ha saputo incontrare sempre più il gusto del pubblico. Manlio Collavini, completamente da solo alla fine degli anni Sessanta, è stato un geniale visionario».

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