Villa Primavera ha 50 anni: «Nel ’66 c’era soltanto una casa»

CAMPOFORMIDO. Villa Primavera compie 50 anni. Chi la pensò e la fece costruire è Renzo Paravano – ora residente a Chiasiellis a villa Mabulton (ristorante e golf) – in collaborazione di soci e finanziatori.
La località, frazione di Campoformido da tre lustri, porta il nome della società fondata da Paravano e conta più di 1.200 abitanti. Era il 1966 quando Renzo, giovane insegnante tecnico-pratico allo Zanon, passando lungo l’attuale via Santa Caterina con Elisa, maestra, poi sua moglie, si sentì proporre: «Il nostro nido d’amore lo vorrei qui».
C’era una sola abitazione (ancora oggi casa Tomè) in una distesa di prati, dove gli udinesi andavano a “far correre le uova” a Pasquetta. Renzo ne parlò con il collega Corrado Vidal, di Bagnaria Arsa, docente di matematica: perché non avviare una lottizzazione?
Fu un gioco da ragazzi trovare un mediatore, Pio D’Agosto di Santa Caterina, un geometra, Vittorio Visentini, e convincere i 154 proprietari a cedere a mille lire al metro quadrato (prezzo di mercato 100 lire) i terreni che rendevano due magri sfalci l’anno.

La tutela ambientale era ancora lontana, di vincoli aeroportuali non si parlava. Più difficile reperire 300 milioni di lire per infrastrutturare i lotti. I due soci, stipendiati 100 mila lire al mese, non ne avevano. Ma coraggio, tanto.
Lo studio tecnico Vanelli e Pessina di Palmanova predisponeva il piano di lottizzazione da presentare in municipio. Ma non c’era ancora un piano regolatore, o di fabbricazione come allora si diceva.
Pian piano tutto andò a posto: «Il primo che mi firmò l’assegno di 3 milioni era di Latisana – racconta Paravano –, seguirono l’esempio dieci investitori, alcuni da Palmanova. Il grosso lo mise la Cassa di risparmio, 40 milioni, e la Banca del Friuli altri 30. Il resto vendendo a prezzi scontatissimi, pur di portare avanti l’iniziativa, i primi lotti urbanizzati».
I lavori per strade, fognature, acquedotto nel ’70, benedetti dal parroco don Pacifico e dal sindaco Felice Fontanini. Non fu posata la prima pietra, bensì la prima pianta: si voleva un’eterna primavera per quelle residenze.
Le prime 32 le costruì Paravano stesso, lungo viale delle Rose, ancora oggi cuore del villaggio. Di fronte, sarebbe sorto un centro commerciale, di cui restano le colonne: oltre a una pizzeria, la località non ha negozi. Secondo Paravano, la politica ci ripensò e fece naufragare il collegamento stradale con il quartiere udinese di San Rocco, che a quell’ipermercato avrebbe dovuto venire a far spesa.
La scuola (ora asilo) la costruì e la donò al Comune la società, come da convenzione, nel ’75. Villa, il più giovane paese del Friuli, è ormai vecchia: le case, con spazi sovradimensionati per le famiglie d’oggi, sentono il peso dei 40 anni e sono deprezzate.
Resta invece vivo il senso di autonomia dei villani (così orgogliosamente si definiscono) che, incuranti della nomea di dormitorio, quando necessario difendono con i denti la loro pace. Vedasi battaglia contro il potenziamento dell’aeroporto.
Quanto a Paravano, non cessa di produrre progetti e sogni. Adesso ha in mente, in zona piscine, una serie di residenze per anziani. Sarà la prossima storia.
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