Violenza a Pordenone, parla l’aggressore: «Nelle immagini sono io, ma non ricordo nulla»

Il 29enne risponde alle domande del giudice: fermo convalidato in carcere. Gli avvocati: «È confuso». La famiglia sentita dagli investigatori su quella notte

Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno ripreso i momenti prima dell'aggressione
Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno ripreso i momenti prima dell'aggressione

Fucsia, il colore del coraggio di una giovane donna che denuncia la sua violenza. Fucsia come lo spray anti-aggressione che, oltre ad avere funzione urticante, contiene anche un marcatore colorato pensato proprio per consentire alle forze dell’ordine di riconoscere l’aggressore. Fucsia, come le macchie sui vestiti dopo la violenza.

Elementi che, insieme alle immagini di videosorveglianza nelle quali lo stesso indagato si è riconosciuto e alle testimonianze, concorrono ai gravi indizi di colpevolezza necessari, secondo la legge italiana, alla convalida del fermo. Ieri, al termine dell’interrogatorio di garanzia, il giudice per le indagini preliminari ha deciso che Jair Stiven Colorado Sinisterra rimarrà in carcere in attesa di ulteriori sviluppi nelle indagini.

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Due fotogrammi dei video delle telecamere riprendono il 29enne la sera dello stupro

Il 29enne, d’origine colombiana e residente nel capoluogo, è comparso in tribunale accompagnato dal suo legale, Laura Diana, e da un interprete per superare le difficoltà linguistiche. Ha deciso di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Rodolfo Piccin. Pur essendosi riconosciuto nei fotogrammi recuperati dai carabinieri, ammettendo anche che i vestiti fossero i suoi, non ha saputo dare spiegazioni relativamente all’accusa di violenza sessuale, rapina e lesioni aggravate: non ricordo, ha detto, ammettendo di avere bevuto.

Chi, invece, ha impresso in modo indelebile quanto accaduto è la giovane vittima di violenza. Una donna che con coraggio ha ripercorso quei terribili momenti, fornendo agli investigatori elementi utili per dare un volto e un nome al presunto autore della violenza.

Spray contro lo stupratore, ma lui non ha desistito

Le indagini sono alle fasi iniziali e quella nei confronti del 29 è un’ipotesi sulla quale gli investigatori continuano a lavorare. Lo stesso avvocato Alessandro Magaraci, che difende l’indagato insieme alla collega Diana, conta di «fornire ulteriori elementi utili ai fini dell’indagine» in un momento successivo. Magaraci ha incontrato il suo assistito in carcere, trovandolo in uno stato «confuso e poco lineare». La famiglia del giovane non ha mai negato la sua disponibilità agli inquirenti, a partire dalla madre: temeva che il figlio potesse aver commesso qualcosa di grave.

Ma lo snodo di ieri, la convalida del fermo, è di fatto il primo passaggio di fronte a un giudice che ha validato l’operato del sostituto procuratore Federica Urban e dei militari dell’Arma. Gli attimi che precedono la violenza, nella notte tra l’8 eil 9 giugno, sono immortalati dalle telecamere di sorveglianza del centro di Pordenone.

Una sequenza scandagliata con pazienza dai carabinieri del Norm di Pordenone: il pedinamento è partito da piazza XX settembre e terminato intorno all’1.45 sul Ponte di Adamo ed Eva. Alle 2.03 la ragazza ha chiesto aiuto dall’Hotel Santin, dove si era rifugiata. L’indagato, sottoposto a fermo nel timore di una possibile fuga, si è riconosciuto nelle immagini. Suoi anche i vestiti, la maglietta verde e i jeans bermuda neri con i quali l’uomo è stato descritto dalla vittima e immortalato dalle telecamere.

Secondo quanto ricostruito quella notte la giovane vittima ha estratto lo spray anti-aggressione e lo ha spruzzato addosso due volte al suo aggressore, che è diventato ancora più violento. Una sostanza di colore fucsia: un dettaglio che ritorna in testimonianze e fotografie in mano agli inquirenti. Elementi che hanno portato il gip a convalidare il fermo disposto dalla Procura di Pordenone, riconoscendo nei confronti del 29enne, incensurato, gravi indizi di colpevolezza: attenderà in carcere gli sviluppi dell’indagine.

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