Violenza a una minore disabile, inflitti 9 anni
PORDENONE. Colpevole di sottrazione consensuale di minore, di violenza sessuale nei confronti di una minore abusando delle sue condizioni di inferiorità fisica e psichica, con l’aggravante d’essere incaricato di pubblico servizio. Così ha deciso il tribunale di Pordenone al termine della camera di consiglio: nove anni di carcere, uno in più rispetto alla richiesta del pubblico ministero, 150 mila euro di risarcimento alla vittima, costituitasi parte civile, e interdizione dai pubblici uffici.
Lui, Leonardo Dimitri, 59 anni, di Porcia, autista dell’Atap sospeso dal giorno dell’arresto, non ha lasciato trasparire alcuna emozione. Dopo la lettura del dispositivo è stato riaccompagnato nella casa circondariale, in attesa del processo d’appello, che non sarà celebrato prima dell’autunno.
I giudici avevano rinviato di una settimana la sentenza, per avere più tempo per riflettere. Riflettere su una storia, per dirla con le parole del pm, «di abbandono familiare, di trascuratezza, di solitudine interiore, nella quale una minorenne trovava un adulto che si interessava a lei. Ma non era un innocente interesse volto a riempire un vuoto di solitudine, quello dell’uomo, bensì finalizzato ad atti sessuali, abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della studentessa».
La difesa, invece, aveva tentato di ridimensionare una violenza ai danni di una minore disabile, rimasta incinta e costretta ad abortire. «Erano problemi di contesto familiare, non vi era certezza che vi fosse stata una relazione sentimentale. La ragazza fantasticò molto su Leonardo Dimitri, tanto che lui aveva cercato di staccarsi, ma lei lo cercava di continuo». L’autista si era difeso: prima rispondendo alle domande del tribunale, dopo depositando una memoria scritta di suo pugno.
I giudici hanno ritenuto fondata la ricostruzione dell’accusa.
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