Violenza sulle donne già 42 casi nel 2013

Alla vigilia dell’8 marzo l’associazione “IoTuNoiVoi” di Udine segnala l’aumento. «È necessaria una forte presa di coscienza»

UDINE. Dall’inizio del 2013 sono già state 42 le donne che si sono rivolte all’associazione IoTuNoiVoi di Udine, 42 donne che hanno subìto violenza nelle sue varie forme e che hanno lanciato un grido sperando che qualcuno lo udisse, anche solo in lontananza.

Questo è uno specchio significativo e anche drammatico di una realtà socio-culturale generalizzata e molto diffusa, riguardante la violenza domestica. «Il maltrattamento, fisico e psicologico, è un fatto molto “reale” ed essendo una questione profondamente culturale non può essere trattato come una malattia», dice Eleonora Baldacci, presidente e fondatrice di IoTuNoiVoi, un’associazione che da 18 anni si occupa di queste tematiche a Udine, dove ha la sede in via Martignacco 23, accogliendo e ascoltando, insieme alle altre operatrici del centro anti-violenza, le tante donne che a loro si rivolgono.

A ridosso dell’8 marzo, giornata internazionale dedicata alla donna e alle sue rivendicazioni, non può essere ignorata una riflessione sul perché ancora siano così diffusi i casi di maltrattamento, nonostante le battaglie compiute negli anni. «È cambiata la cultura, perché un tempo era quasi normale che le componenti femminili di una famiglia venissero maltrattate, mentre oggi – spiega la Baldacci - la società si è evoluta nel senso che gli uomini autori delle violenze sono diventati più cattivi, più atroci».

Si tratta di un’emergenza che viene sottaciuta o mal considerata dalle istituzioni come dalla società civile. «Sarebbe necessaria una presa di coscienza dal basso, prima di tutto. La maggior parte delle donne che si rivolgono a noi bussa alla nostra porta credendo che abbiamo la bacchetta magica per cambiare gli uomini che le hanno maltrattate. Noi – afferma decisa Eleonora Baldacci - cerchiamo invece innanzitutto di far capire che sono loro a dover cambiare, riprendendosi la propria identità, i propri diritti e la propria vita, grazie alla quale possono tornare a essere capaci di avere cura di sé e di conseguenza dei figli».

IoTuNoiVoi è un ufficio, un luogo di pronta accoglienza per le emergenze, che ospita attualmente 8 donne e 5 bambini, ma soprattutto è un posto dove aprirsi, essere ascoltate e capire. Sì, capire che ciò che sta succedendo fa parte di un meccanismo, in cui spesso non si ha la percezione di essere vittime.

«Ogni donna che entra qui trova un’operatrice con cui parlare – continua la Baldacci - ma un momento importantissimo è la riunione di gruppo, in cui le donne si confrontano tra loro e si rendono conto di quanto le fasi del meccanismo siano davvero generalizzate e si ripetano ciclicamente in ogni situazione».

Uno degli aspetti fondamentali nell’attività di questa associazione, che occupa un posto di primo piano nel panorama delle reti anti-violenza in provincia, riguarda l’avvio di procedure con i servizi territoriali e con le istituzioni. «Il maggior contributo - dice la presidente - ci viene dalla Regione, anche se alcuni fondi ci sono stati adesso tagliati. Noi dobbiamo stilare delle schede per ogni donna che si rivolge a noi. Queste procedure sono fondamentali per cercare di rimuovere gli ostacoli e ottenere risposte che riconoscano la gravità e la peculiarità della violenza sulle donne, perché è estesa a ogni classe e contesto sociale. Al contrario di quel che si può pensare, la maggior parte di chi maltratta occupa ruoli lavorativi di alto rango e il 70% delle donne che vengono sono italiane».

Info sul sito www.iotunoivoit.it.

Anna Dazzan

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