"Violino ineleggibile": è fuoco amico contro l’ex assessore

Il leghista Teghil attacca: era nel cda della partecipata Crita. Chiesta la verifica alla giunta per le elezioni in Regione

UDINE. Dopo quelli dei due consiglieri regionali dem, Enio Agnola ed Enzo Marsilio, un nuovo caso è destinato a essere sottoposto alla valutazione della giunta delle elezioni.

Secondo Stefano Teghil, attuale assessore comunale a Varmo della Lega e primo dei non eletti in consiglio regionale nelle elezioni del 2013, Claudio Violino, consigliere regionale pure del Carroccio sarebbe stato ineleggibile all’epoca della sua elezione.

Proprio ieri Teghil ha inviato una raccomandata a tutti i componenti della giunta delle elezioni e al segretario generale della Regione in cui chiede la verifica dei presupposti di ineleggibilità di Violino.

«Non farò alcun ricorso - dichiara Teghil - perché mi fido degli uffici regionali e della correttezza dei componenti la giunta delle elezioni».

Insomma, altra benzina sul fuoco sul caso delle incompatibilità che ha già innescato una guerra interna al Pd tanto evidente quanto sottaciuta. Il nuovo caso, tra l’altro, scoppia alla vigilia della discussione in assemblea regionale dell’odg presentato dal capogruppo di Fi Riccardo Riccardi, che chiede alla giunta regionale di rendere noti tutti gli incarichi ricoperti dai consiglieri regionali fino a tre anni prima della loro elezione e i contributi ricevuti dai parenti fino al quarto grado.

Teghil ricorda che al momento della candidatura, Violino faceva parte del cda della società Crita (Centro di ricerca e innovazione tecnologica in agricoltura), società consortile a responsabilità limitata, senza scopo di lucro e che dal medesimo cda si era dimesso il 28 novembre del 2013. Il Crita - sottolinea Teghil - è un ente di diritto privato in controllo pubblico, «pertanto un ente partecipato dalla Regione Fvg, tant’è che compare nel sito internet regionale tra gli “enti e agenzie regionali”, oltre a essere di proprietà del’Ersa (ente a totale partecipazione regionale») e, come specificato al quarto comma del decreto di costituzione, la governance della società è mantenuta in capo alla Regione».

Non solo, ma «anche se il Crita è stato costituito con Dpreg e, solo nel regolamento all’articolo 2 si prevedeva espressamente la nomina nel cda dell’assessore regionale alle risorse rurali, agricole e forestali, non si ravvede il caso esimente di ineleggibilità (articolo 6 della legge regionale 21 del 2004) in quanto i decreti ma soprattutto i regolamenti essendo atti amministrativi, non possono essere considerati al rango di leggi o norme».

Teghil ricorda pure che all’articolo 18 della Lr 26/2010, si stabilisce che l’“amministrazione regionale promuove per la realizzazione e lo sviluppo del Centro di ricerca..., ma non prevede anche la nomina dell’assessore regionale. «Pertanto - insiste - per evitare il caso di ineleggibilità, la legge di riferimento di cui sopra avrebbe dovuto prevedere nei commi anche la nomina nel cda dell’amministrazione regionale alla risorse rurali, agricole e forestali».

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