Vita privata e consulenze: nella Lega scoppia il caso Piccin
TRIESTE. Prima consulente contabile. E poi ospite nella stessa stanza d’albergo dell’attuale capogruppo regionale della Lega Nord Mara Piccin. Paolo Iuri, elicotterista, vede il suo nome comparire un paio di volte nell’elenco delle “spese pazze” di Palazzo al centro dell’inchiesta del pm Federico Frezza che sta mettendo a soqquadro il mondo della politica.
Il 10 agosto 2011 l’elicotterista è stato ospitato – a spese della Regione Friuli Venezia Giulia – nella stanza di Piccin all’hotel Olivedo sul lago di Como. La fattura di 100 euro inizialmente intestata a Iuri, come hanno accertato i finanzieri, è stata annullata e sostituita con un’altra a nome della capogruppo leghista: fattura rimborsata con i fondi pubblici.
Un anno prima, il 28 agosto 2010, Piccin ha invece versato a Iuri, secondo i documenti acquisiti durante le perquisizioni, la somma di 5mila euro per consulenze contabili: somma, anche questa, rimborsata come spesa di rappresentanza.
La capogruppo della Lega, l’unica dei consiglieri della passata legislatura assieme a Claudio Violino ad aver riconquistato il “biglietto” per Palazzo in quanto rimasta (sino a ieri) estranea all’inchiesta, spiega così in una mail inviata tramite l’ufficio stampa la “comparsa” di Iuri nell’elenco delle spese padane: «Consulente per il gruppo regionale in materia di trasporti e logistica.
Con questa qualifica ha occasionalmente collaborato con la Lega Nord nella legislatura 2008-13. Successive evoluzioni nella relazione che lega il suddetto Iuri alla sottoscritta esulano da qualsiasi rilevanza politica e attengono strettamente alla sfera dei rapporti personali. Trasparenza, onestà intellettuale e rigoroso rispetto delle regole vigenti sono stati e restano i capisaldi della mia azioni politica».
Ma Piccin si ritrova comunque sempre più coinvolta nell’inchiesta: il suo nome, infatti, compare vicino ad altre spese “bizzarre” finite sotto la lente di Frezza. Il 18 dicembre 2009 ha pagato una fattura di 98 euro per aver pernottato all’albergo «Alla Posta» e il 17 dicembre 2010 ne ha pagato un’altra di 90 euro per lo stesso motivo. Il 10 ottobre 2009, invece, ha acquistato un navigatore satellitare del prezzo di 890 euro.
Non è finita. La capogruppo della Lega ha chiesto e ottenuto rimborsi per le sue “spese minute” che proprio “minute” non sono: il 2 marzo del 2010 ha presentato una ricevuta di 2.026 euro e il 28 aprile 2010 un’altra di 2.189. Il 3 marzo 2010, invece, ha chiesto e riscosso 2.026 euro per le sue “spese personali”. Più di 6mila euro sono quindi usciti dalle casse regionali senza una ragione chiara.
La lista delle spese leghiste in mano al pm Frezza continua dunque a regalare “sorprese”. Le mille confezioni di spray antiaggressione che la Lega Nord ha realizzato nell’ambito della sua campagna per la sicurezza sono, per esempio, state rimborsate con le spese di rappresentanza: una bella “botta” di 13.800 euro.
L’ex capogruppo Danilo Narduzzi, interrogato soltanto l’altro giorno, si è concesso invece una sosta all’hotel Metropole di Portorose. Una sosta costosa giacché si è fatto rimborsare 325 euro.
E la stessa cosa si può dire della cena del 31 dicembre del 2010 alla quale hanno partecipato due sole persone. Il conto, saldato esattamente alle 22.57 e finito, dritto dritto, nelle spese di rappresentanza del Carroccio, è stato di 380 euro. Esattamente 180 euro a testa per brindare all’anno nuovo. Non si sa chi erano i fortunati commensali. Ma si sa che la fattura è stata rimborsata a “qualcuno” della Lega.
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