Vitalizi, da Pegorer a Rosato: ecco la mini-pattuglia che avrà un assegno
UDINE
Camera e Senato, negli ultimi anni, hanno operato una profonda trasformazione del regime previdenziale dei parlamentari con il superamento dell'istituto dell’assegno vitalizio e l’introduzione, con decorrenza dal 1º gennaio 2012, di un trattamento pensionistico basato sul sistema di calcolo contributivo, sostanzialmente analogo a quello vigente per i dipendenti pubblici.
Il nuovo meccanismo contributivo si applica integralmente agli eletti dopo il 1° gennaio 2012, mentre per quelli in carica, nonché per i parlamentari già cessati dal mandato e successivamente rieletti, si utilizza un sistema pro rata, determinato dalla somma della quota di vitalizio maturato alla data del 31 dicembre 2011, e di una quota corrispondente all’incremento contributivo riferito agli ulteriori anni di mandato parlamentare esercitato. Il diritto alla pensione viene conseguito al compimento dei 65 anni di età – con almeno 5 anni effettivi di mandato –, mentre per ogni anno ulteriormente in carica l’età stessa per il conseguimento dell’assegno è diminuita di un anno, con il limite fissato a 60 anni.
Questo significa, in altre parole, che la situazione è abbastanza complessa e variegata. Tanto per restare agli ultimi anni a Roma, ad esempio, Carlo Pegorer potrà già incassare il proprio assegno in virtù dei suoi 63 anni e delle tre legislature trascorse in Parlamento, così come Tamara Blazina (due e 66 anni). Manca poco, quindi, al dem Alessandro Maran (58 anni e quattro mandati), un po’ di più a Ettore Rosato (50 e quattro legislatura). Molto, invece, al presidente della Regione Massimiliano Fedriga che ha lasciato la Camera dopo 12 anni a Montecitorio e a nemmeno 38 anni.
A settembre dello scorso anno, inoltre, è scattato il diritto alla pensione – sempre a 65 anni, con un anno in meno possibile fino alla dead line dei 60 – per i 608 parlamentari eletti alla Camera e al Senato per la prima volta nel 2013 di cui 12 “volati” a Roma dal Fvg. Stando ai calcoli effettuati dagli uffici parlamentari, il valore della pensione dovrebbe essere compreso in un range tra 950 e mille euro. I nomi? Parliamo dei dem Giorgio Zanin, Paolo Coppola, Gianna Malisani, Giorgio Brandolin e Francesco Russo (ora consigliere regionale). Quindi troviamo i bersaniani Lodovico Sonego e Lorenzo Battista, Serena Pellegrino (Si), l’ex Udc Gian Luigi Gigli, l’ex M5s Walter Rizzetto (rieletto) e Aris Prodani, oltre alla forzista Sandra Savino (nuovamente alla Camera). Tre di questi parlamentari – Savino, Sonego e Brandolin – potranno sommare, sempre a 65 anni, anche il vitalizio maturato nel corso degli anni trascorsi in Consiglio regionale o in giunta. —
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