"Vivo in Veneto che è area gialla e lavoro a Pordenone che è zona arancione": così cambiano le regole in una manciata di chilometri

Da una parte del confine, ristoranti aperti e negozi chiusi. Dall'altra, l'esatto contrario con i ristoranti costretti al solo asporto o domicilio e i negozi, tranne quelli nei centri commerciali, potenzialmente aperti. Cronaca di una domenica di ordinaria confusione normativa per chi, come me, vive in una regione e lavora in un'altra.
Non sono certo la sola in questa situazione: Pordenone e il Veneto sono da sempre in osmosi e il confine regionale è quotidianamente attraversato per lavoro, per diletto, anche solo per sbrigare una commissione.Ieri, però, a passare il casello di Cordignano siamo stati meno del solito. E lo stesso è successo lungo la Pontebbana o sulle strade provinciali e comunali che collegano le due regioni.
Niente gite fuori porta, niente pranzi domenicali con i parenti oltre confine. E, per i veneti in trasferta lavorativa, una domenica di incognite. Mi sono svegliata in zona gialla, ho passato la giornata da "arancione" costretta a scegliere tra schiscetta e delivery, visto che tornare a casa per pranzo non è un'opzione. E quando mi rimetto in macchina, autocertificazione alla mano, devo fare i conti anche con l'ordinanza regionale che in Veneto mette ulteriori paletti. Il tutto possibilmente prima del coprifuoco delle 22.
Ma quella di ieri è stata soprattutto una domenica di malinconia: dispiace vedere Pordenone, di solito così vivace e accogliente, svuotata e silenziosa. Stride con l'immagine di un Veneto dove la gita domenicale e il pranzo al ristorante, seppur con limitazioni, sono ancora permessi: non sono scontati, e lo so da quando non più tardi di una settimana fa ho ascoltato con il fiato sospeso Giuseppe Conte che, durante la conferenza stampa del 4 novembre, elencava il Veneto tra le zone gialle.
Ma le regole sono regole e gli algoritmi hanno marcato in modo deciso quel confine che spesso non mi accorgo neppure di attraversare. A me, un po' "forestiera" e un po' pordenonese, non resta che fare il tifo perché il Fvg torni presto alla normalità.
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