Vocale-bufala su Whatsapp crea psicosi, ora parla l'autrice: "L'ho fatto per leggerezza" - Audio

UDINE. Di smartphone in smartphone. Per migliaia di volte, in un passaparola virtuale alimentato per ore. E così, un banale messaggio audio di Whatsapp ha scatenato la psicosi per possibili attentati in Fvg nel fine settimana.
Le forze dell’ordine hanno immediatamente smentito i contenuti della comunicazione: «Non esiste alcun tipo di riscontro rispetto agli scenari evocati dal messaggio, né esistono elementi che possano far pensare ad attentati terroristici come quelli descritti», fanno sapere dalla Questura di Udine. Chi ha registrato e diffuso per primo il messaggio ora rischia la denuncia per procurato allarme.
Rintracciata l'autrice del messaggio. L’autrice del messaggio Whatsapp con cui si lanciava l’allarme per possibili attentati in Fvg, si è presentata spontaneamente ieri sera, mercoledì 4 gennaio, in Questura per costituirsi.
È una donna di 43 anni, di Udine. In una nota la Questura, nel ricordare le conseguenze anche penali che tali attività possono comportare, ribadisce che il livello di attenzione delle forze di polizia è attualmente massimo.
La donna è stata interrogata e il suo profilo Whtatsapp è stato passato al setaccio dalla stessa polizia: dopo una perquisizione nell'abitazione della donna, disposta dalla Procura, sono stati sequestrati il computer e il telefono cellulare della signora, che ora è indagata per procurato allarme.
«Si invitano i cittadini a rivolgersi alla Questura o alle altre Forze dell'Ordine nel caso in cui vengano a conoscenza di informazioni che, anche a loro parere, possono costituire elemento interessante per l'attività di Polizia», si legge nella nota della Questura
Intanto le forze dell’ordine hanno esplicitamente chiesto di non diffondere ulteriormente il messaggio audio, evitando di contribuire a diffondere informazioni allarmistiche in un contesto globale provato dai recenti attentati terroristici a Berlino e Istanbul.
Le dichiarazioni dell'autrice del vocale. «L'ho fatto con leggerezza, inconsapevole delle conseguenze». Lo ha dichiarato agli investigatori la donna autrice di un messaggio audio su WhatsApp che paventava attacchi terroristici a centri commerciali e outlet. La donna, spaventata dal clamore suscitato del suo audio, si è presentata spontaneamente ieri in Questura e ai funzionari della Digos ha manifestato il proprio scoramento e dispiacere per il clamore suscitato. La donna aveva inciso l'audio e lo aveva spedito a un gruppo WhatsApp di mamme, da cui il messaggio aveva poi avuto diffusione capillare e virale.
Il messaggio audio «Ragazzi, vi dò una notizia che dovete prendere in base a quello che ritenete, senza creare panico».
Inizia così il messaggio audio inoltrato dalla serata di martedì a migliaia di persone. La donna che l’ha registrato parla - citando «un collega di Max, architetto, che vive a Venezia, e che è amico del comandante della Polizia locale di Padova - di un presunto avviso del Viminale rispetto a un’allerta attentati nel Nordest e in particolare «nei maggiori centri di aggregazione». Vengono elencati quattro centri commerciali della regione, «possibile oggetto di attentati, forse perché hanno ricevuto minacce dirette».
«Nessun riscontro» La Polizia e i Carabinieri confermano che non esiste alcun elemento che lasci intendere l’imminenza di un attentato nelle forme descritte nella nota audio circolata sull’applicazione di messaggistica istantanea nelle scorse ore.
Psicosi sui social. E non solo Il messaggio, come detto, è stato condiviso migliaia di volte in poche ore, finendo con l’allarmare parecchi friulani: diverse sono state le chiamate al 112 e al 113 nel corso della giornata.
Centinaia di condivisioni anche per la circolare della Polfrontiera di Tarvisio, in cui si parla dello stato d’allerta per possibili attacchi di matrice islamica con droni e auto rubate: un provvedimento su scala nazionale, questo sì diramato dal Ministero dell’Interno.
E, a testimonianza del clima di psicosi, ieri pomeriggio la Polizia locale di Udine è intervenuta su segnalazione di un cittadino per un contenitore sospetto in piazzale Osoppo: era semplicemente un cartone, appoggiato lì da un negoziante.
«Punire i responsabili» «Questo genere di azioni sono frutto di manie di protagonismo, di persone che hanno evidentemente dei problemi», commenta la criminologa udinese Angelica Giancola.
«Generalmente chi si macchia di questi atti non è pericoloso, ma vive male la propria condizione, ha spesso un’autostima bassa e sfrutta gli strumenti informatici per sfogare le proprie frustrazioni, facendo leva sul sostanziale anonimato – indica l’esperta –. Personalmente sarei molto severa nel punire i responsabili, anche perché oltre al procurato allarme vi è in questo caso un evidente danno economico a carico dei centri commerciali della regione».
Intanto il consigliere regionale della Lega Nord, Barbara Zilli, ha annunciato di voler presentare un’interrogazione alla presidente Serracchiani sulla vicenda.
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