Volantino anonimo: "Favori e soprusi dentro la caserma Forgiarini"

SPILIMBERGO. Una gola profonda che denuncia senza giri di parole presunti misfatti dei vertici e del personale in servizio al 32° Reggimento carri di Tauriano. Accuse pesanti, contenute in un volantino anonimo, un ciclostile in formato A4 che, stampato in diverse copie, è stato misteriosamente lasciato in diversi bar di capoluogo e frazioni.
Nel foglio l’autore cita fatti e persone con estrema precisione, tanto da far supporre che si tratti di qualcuno molto vicino all’ambiente militare, se non addirittura in forze alla caserma Forgiarini. Punta il dito in particolare contro uno dei militari altograduati al comando del 32° di stanza a Tauriano, portando a conoscenza di un episodio che lo vedrebbe assente dal lavoro, da diverse settimane, per motivi non meglio precisati, a seguito di una denuncia di stalking presentata nei suoi confronti da una soldatessa.
«Il militare donna in questione, che da diversi anni lavorava con tanto di note di encomio – scrive l’anonimo – è stata “allontanata” dai suddetti ufficiali con futili motivazioni dopo aver più volte rifiutato le avances dei colleghi superiori».
Si parla anche di «poco comprensibili spostamenti di ragazze, che vengono trasferite da incarichi più impegnativi fisicamente a mansioni d’ufficio presso il comando di reggimento, inventando addirittura incarichi non previsti dallo Stato maggiore dell'Esercito».
Non basta. L’anonimo scrive anche di «cambi di incarico improvvisi e prove d’efficienza fisica che risultano magicamente superate senza averle mai fatte, specie se si tratta solo e sempre di volontarie donne vicine ai vertici, mentre ragazze che abbiano sempre lavorato incensurabilmente (comprovato dalle note di merito) vengono allontanate perché hanno il coraggio di dire “no” a certi compromessi».
Le accuse si spingono fino alla denuncia di favoritismi a favore di familiari di militari in carriera «per ottenere il reclutamento nell’Arma dei Carabinieri in cambio di cieca e incodizionata collaborazione», nonchè di ricatti e tentativi di intimidazione nella quasi totalità dei casi andati a buon fine «nei confronti di personale che si rifiuta di collaborare a giochi sporchi e nei confonti di volontarie che si rifiutano di essere compiacenti».
Resta da capire quale attendibilità possano avere queste parole, seppure messe nero su bianco, e quali misure intenderà prendere il comando anche se, in quanto anonime, restano comunque illazioni.
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