Volpe Pasini demolisce la pedana del suo locale

Udine, lo sfogo dell’imprenditore: «Rinuncio alle mie battaglie, questa città non merita. Perchè la Soprintendenza non è così severa anche con gli altri generi di abusi?»
Udine 09 Luglio 2013 smantellamento gazebi Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /turco
Udine 09 Luglio 2013 smantellamento gazebi Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /turco

UDINE. «Questa città non merita. Udine non ha nessuna prospettiva. Per questo ho deciso di entrare in una nuova fase della mia e di rinunciare a tutte le mie battaglie, per la prima volta dopo 20 anni di “barricate”, ricorsi e carte bollate». E’ un Diego Volpe Pasini decisamente diverso, ma forse per questo ugualmente polemico e barricadero, anche in questa sua fase rinunciataria, quello che ieri aiutava gli operai a smontare pedana e gazebo di fronte ai locali della società “Voilà” intestata a sua moglie Sara Papinutto e gestiti in questo ultimo periodo da suo figlio. Volpe Pasini ha scelto il cosiddetto “ravvedimento operoso” e ha deciso di mettere fine al braccio di ferro con l’amministrazione comunale e con la Soprintendenza alle Belle Arti, smontando “spontaneamente” le strutture sull’acciottolato della piazza, considerate abusive. «Mio figlio è bravissimo, sta gestendo ottimamente l’attività. Ma non ne voglio più sapere di questa città. Non voglio più sapere nulla di un posto dove agli imprenditori è vietato fare qualsiasi cosa in nome della tutela dei beni artistici e architettonici. E poi in questa stessa città se salta del porfido o dell’acciottolato, il Comune manda i suoi operai a buttare giù un po’ di catrame per rattoppare il tutto».

Volpe Pasini dice dunque di essersi arreso di fronte all’immutabilità delle cose in città, ma non rinuncia a qualche polemica. «Mi chiedo come la soprintendente si possa tanto dedicare ai presunti abusi nel pieno centro di Udine - aggiunge ancora l’imprenditore-, senza invece dedicarsi a quelli reali di via Monte Sei Busi. Anzi, per la questione dei rom era stato addirittura istituito una sorta di assessorato. Per l’economia e il rilancio del centro storico invece nulla. Anche Honsell ha fatto tante belle promesse, sia nella scorsa legislatura sia in campagna elettorale. Ora dove è? Ma noi saremo costretti a mandare a lui i dipendenti che dovremo licenziare ora, senza più gli spazi esterni. Ma lui dov’è?».

Ieri Volpe Pasini ha smontato il primo gazebo, oggi procederà con il secondo. Pali e soppalchi non saranno buttati via. L’imprenditore con più di un trascorso, e forse anche futuro, in politica coltiva in fondo la speranza che un domani un regolamento ad hoc consenta il riutilizzo di entrambe le strutture. «Ma se devo essere sincero - conclude Volpe Pasini - non so davvero cosa accadrà. Mi resta la soddisfazione, tutta mia, di aver trasformato in questi anni questa piazza, grazie anche all’ottima collaborazione con altri imprenditori. Prima era il ritrovo dei drogati di Udine. Oggi è il salotto buono della città. Grazie soprattutto allo sforzo di quanti qui hanno bar e negozi. Non certo grazie ad altri».

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