Volpi a Udine: allarme rogna e cimurro
UDINE. A notarla sono stati alcuni frequentatori del Parco del Torre mentre passeggiavano con il loro cane. È toccato agli addetti dell’Ufficio servizio risorse faunistiche venatorie della Provincia di Udine raccogliere l’animale e portarlo ai laboratori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie per sottoporlo alle analisi. I risultati dei test effettuati sulla volpe trovata morta domenica mattina a un centinaio di metri dalle abitazioni di Beivars hanno rivelato che l’animale era affetto dalla rogna.
Inutile sottolineare come si tratti di una malattia molto contagiosa che può infestare cani, gatti e conigli, oltre alle volpi. Viene trasmessa per contatto diretto e, occasionalmente, può provocare delle lesioni cutanee anche nell’uomo che vive a contatto diretto con animali ammalati. L’animale in oggetto era già stato avvistato dai cacciatori della riserva di Udine che, verificato come si trattasse di un animale malato e potenzialmente pericoloso avevano cercato di abbatterlo, pur non riuscendoci.
Una settimana fa, sempre lungo il greto del Torre, il Corpo forestale del Friuli Venezia Giulia ha trovato un’altra volpe morta fra territorio del Comune di Pavia di Udine e Buttrio. Stavolta si trattava di un animale affetto da cimurro, un morbo insidioso per i canidi che rende l’animale contagiato insidioso anche per gli uomini.
E mentre ancora si attendono i risultati delle analisi sull’animale abbattuto dai cacciatori della Riserva di Pradamano martedì, nell’area del Torre alle porte di Udine, che pure appariva malato, e che è stato consegnato ieri all’istituto zooprofilattico dal direttore Clemente Galdino, i cacciatori della riserva di Udine per voce del loro direttore Silvano Buiatti tirano le somme sulla campagna di prelevamenti disposta dalla Regione e autorizzata dagli uffici provinciali fra il 20 gennaio e martedì scorso, una campagna che ha suscitato un coro di critiche.
«Non voglio commentare le esternazioni di quanti, specie i presunti animalisti, hanno espresso giudizi, a volte anche pesanti sull’attività che i cacciatori della nostra, e delle altre riserve hanno compiuto in questo mese a titolo gratuito al termine della campagna di vaccinazione e su mandato degli uffici regionali a tutela della sicurezza e della salute pubblica – premette Buiatti –. Siamo stati incaricati di prelevare una decina di volpi nel territorio del Distretto 8 dell’Alta Pianura udinese, in almeno due casi non solo gli animali che abbiamo abbattuto apparivano evidentemente malati, ma si trovavano nei centri abitati».
Il 30 gennaio i cacciatori sono intervenuti in via Baldasseria Alta dove una volpe si aggirava a circa 200 metri dalle case, il 23 gennaio un’altra era a Beivars nei pressi del Torre. Buiatti squaderna uno dopo l’alto i documenti con i verbali dei prelievi di volpi e la loro descrizione. Nell’immaginario collettivo la volpe con il suo maestoso mantello è un animale algido e selvaggio, tanto intoccabile quanto innocuo. Per i cacciatori è un potenziale portatore di malattie.
«Riceviamo decine di segnalazioni di avvistamenti, nei centri abitati – assicura Buiatti – da Cussignacco a via Del Bon, da via Tolmino a via Bariglaria fino a via Buttrio, dove tre mesi fa sono stato chiamato a intervenire perché una volpe malata si era introdotta nel garage di un’abitazione. Un intervento che, ancorchè richiesto dal veterinario, dai carabinieri e dai vigili del fuoco che si trovavano sul posto, ha suscitato l’indignazione popolare. La gente dimentica che il rischio rabbia rappresenta un pericolo non solo per cani, gatti e animali domestici, ma anche per le persone e per i bambini che, giocando in cortile ignari del pericolo possono imbattersi in un animale infetto. E non è solo la rabbia silvestre a rappresentare un pericolo – avverte Buiatti – senza contare che spesso ci arrivano richieste di intervento da parte di contadini che si sono visti sterminare il pollaio nottetempo, forse prima di puntare l’indice contro i cacciatori bisognerebbe tener conto anche di questo» commenta amareggiato il direttore della Riserva di Udine che conta 29 soci.
E intanto i cacciatori pongono l’accento sulla presenza sempre più massiccia di ungulati in pianura: dal maggio 2011 al maggio 2012 nel comune di Udine sono stati rilevati ben nove incidenti stradali provocati dall’attraversamento di caprioli.
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