Il voto è l’occasione per ridisegnare insieme il futuro di Pordenone

Una larga partecipazione elettorale è l’elemento indispensabile per la vita democratica della città. 

Enri Lisetto

L’anno nuovo porterà elezioni anticipate a Pordenone, ad appena tre anni dalla riconferma di Alessandro Ciriani, fresco di nomina all’Europarlamento. La campagna elettorale di fatto è già partita, anche se formalmente soltanto Anna Ciriani ha ufficializzato la candidatura.

Il centrodestra metterà in campo Alessandro Basso, il centrosinistra, forse unito e forse a campo largo (come tre anni fa con Gianni Zanolin) Nicola Conficoni. Restano incognite, come il ritorno di Elio De Anna, per radunare gli scontenti da una parte e dall’altra, e la candidatura di Stefano Zanut, che strizza l’occhio alle civiche.

Il 2025, dunque, sarà l’anno del voto e del richiamo alla partecipazione. Sebbene mai sotto la linea rossa del 50%, anche a Pordenone le urne appassionano sempre meno: 62% e 58% di votanti rispettivamente al primo e secondo turno del 2016 (a giugno), 55% a ottobre 2021 (quando non fu necessario il ballottaggio).

Il dibattito politico negli ultimi anni è stato, a tratti, incandescente – si pensi alla battaglia sul verde e sui cantieri – e il Messaggero Veneto ne ha puntualmente reso conto. Non mancherà di farlo anche in vista del voto di primavera, partendo già dall’inizio dell’anno con il primo confronto tra sfidanti in pectore. Avremo tempo di valutarne proposte e promesse. Anche questo rientra fra i doveri del quotidiano della città e del Friuli occidentale. Poi il voto, auspicando una larga partecipazione. Un fattore indispensabile per la democrazia e per una città davvero a misura di chi la vive. 

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