Wroclaw città dei giovani, una sfida ad alta tecnologia

Buone opportunità di lavoro negli uffici delle multinazionali. Elevata la mobilità Studente di San Giorgio della Richinvelda alla Google per arricchire il curriculum

WROCLAW. Il nome del capoluogo della Bassa Slesia è di difficile pronuncia, meglio usare la versione italianizzata di Breslavia, sicuramente più dolce, come il paesaggio della città, costituito dal verde dei parchi, dall'azzurro delle acque del fiume Odra, dal fascino di ponti e ponticelli che collegano le piccole isole, dall'eleganza della piazza del Mercato, chiusa dalle quinte di palazzi a tinte pastello, in perfetto stile mitteleuropeo.

Il bello entra in armonia con la vivacità dell’ambiente culturale. Tutto diventa più facile. Wroclaw è un esempio riuscito di smart city: centro urbano dinamico, arricchito dalla voglia di molti giovani di sperimentare forme nuove di lavoro, approfittando delle opportunità offerte dalla catena di multinazionali.

Nelle strade più frequentate hanno trovato casa i gruppi maggiormente rappresentativi nei settori dell’alta tecnologia e della finanza: dall’Ibm alla Nokia Siemens Networks, dalla LG display alla Toshiba, dalla Google all’Ernst & Young. Ci sono le banche che contano, segno inequivocabile di un’area considerata strategica. C’è la nostra Unicredit, che in Polonia ha fatto shopping promettenti, diventando un istituto di riferimento.

Wroclaw è il polo finanziario di una regione essenzialmente industriale. E’ il crocevia di sfide professionali, un ambiente ideale per gli universitari dell’Erasmus e per i giovani freschi di laurea pronti a investire in una realtà che mastica futuro. I simboli della vitalità sono le piazze, punti di incontro a tutte le ore, luoghi-Babele dove si mescolano provenienze e culture diverse.

E’ chiaro che questo tipo di straordinaria “mobilità” favorisce l’incubazione di idee: le corazzate multinazionali interagiscono con micro-imprese e con start-up di ogni genere. C’è un’atmosfera contagiosa di entusiasmo e di sperimentazione, attorno a un polo universitario che conta 150 mila presenze in una città di 700 mila abitanti. L’effervescenza intellettuale è stata riconosciuta con l’attribuzione del ruolo di Capitale della cultura europea nel 2016.

Gli italiani (un migliaio) formano una comunità aperta che interagisce attraverso il blog “unitalianoawroclaw”, ideato da Marcello Murgia, regista delle iniziative del Centro estero del Comune, sempre pronto a mitragliare cifre di ogni genere. Il buon livello di integrazione è confermato dalla denominazione attribuita a una delle vie più importanti: “Galleria Italia”, per la sequenza di caffè, ristorantini e pizzerie. Ovunque c’è il tricolore. Attraverso i social network scorre un flusso continuo di informazioni, che converge su un dato di fatto sottolineato con orgoglio da Murgia: «Wroclaw è la città giusta per fare impresa, dove i giovani possono mettersi in gioco, senza bisogno di umilianti spintarelle.

C’è chi resta per coprire posti di responsabilità, e chi riparte con un curriculum più ricco. La mobilità è molto alta perché saltano gli schemi rigidi del posto fisso. Le multinazionali aiutano a essere prima di tutto protagonisti nel mondo». Altre opportunità sono create attraverso sperimentazioni, come il coworking per “i ragazzi del web”. Si mette a disposizione un ambiente attrezzato con diverse postazioni da affittare. Dal contatto di idee nascono progetti.

E’ uno schiaffo alla rassegnazione. Per carità, nulla di inedito: negli Stati Uniti funziona da tempo questo tipo di organizzazione. A Wroclaw si sfrutta la presenza straordinaria di giovani. E contratti e stipendi? Soprattutto chi è fresco di occupazione tende a glissare l’argomento. Le cifre che circolano convergono sui 650-700 euro puliti il mese, compatibili con il costo della vita. «Ci bastano». E il discorso si chiude.

Davanti a una tazza di caffè i concetti sull’opportunità di lavoro sono confermati da Daniele Nadalin, studente bocconiano di San Giorgio della Richinvelda, capitato a Wroclaw per uno stage alla Google, dove si occupa di sviluppo marketing per inserzionisti italiani: «Esperienze di questo tipo non hanno come sbocco il posto per tutta la vita. Non può essere questo l’obiettivo di un giovane, soprattutto all’inizio del percorso professionale. Io punto a fare esperienza per allungare il curriculum.

Qui ho avuto l’occasione per mettermi concretamente alla prova. E qui comincia il mio cammino. In Italia, purtroppo, tutto è più complicato. Non a caso le grandi catene informatiche sono altrove, per esempio a Wroclaw».

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