«Zona senza campo, è un pericolo in più per chi si perde»
TRAMONTI DI SOPRA. L’ultima cella alla quale si aggancia il gps di un telefonino è quella di Chievolis. Poi il nulla. Fatto che si può accogliere con un’alzata di spalle durante un’escursione con lieto fine, ma non se ci si trova in pericolo o se ci si è persi nei boschi. Specie se si tratta di zone impervie.
Nel punto in cui Elia è stato ritrovato, spiegano gli esperti, non c’è campo, è una zona completamente isolata.
Non c’è possibilità, pertanto, di localizzare il segnale proveniente da un telefono cellulare, perché rimane agganciato all’ultimo ponte radio di Chievolis.
In tal modo non si riesce a circoscrivere il raggio d’azione delle ricerche e la zona da esplorare rimane molto vasta. E i volontari impegnati nelle operazioni di soccorso perdono una chance in più per riuscire a ritrovare tempestivamente una persona dispersa.
Un fatto sul quale andrebbe aperta una riflessione. A dirlo sono gli stessi cittadini.
L’intrico della vegetazione,poi, complica ancora di più le operazioni di soccorso.
Anche al campo base alla cava della diga di Cà Selva, gli sms partono a singhiozzo, l’audio del cellulare va e viene, la connessione internet risulta assente sul display (per certi operatori) e bisogna scendere a valle fino a Meduno per ritrovarla.
«Servirebbe – lancia l’appello il capogruppo d’opposizione di Tramonti di Sotto Gabriele Mongiat, che ieri ha seguito le operazioni di soccorso al campo base – un altro ripetitore, per riuscire a garantire la copertura della zona. Se il cellulare di Elia avesse funzionato, sarebbe stato trovato prima».
Un problema, spiega l’esponente del consiglio comunale, «sollevato a più riprese dai residenti, anche a Tramonti di Sotto».
«Sono state sottoscritte – ricorda Mongiat – pure varie petizioni per chiedere di risolvere una volta per tutte la questione. Già altre volte è capitato che alcuni escursionisti si perdessero in queste zone. Non voglio strumentalizzare un fatto gravissimo, ma segnalare che questo non è solamente un problema della comunità in Val Tramontina, diventa un problema di sicurezza, al quale è necessario porre rimedio».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto