Zoppas-Cimolai, dal duomo al tribunale

Oggi il tentativo di conciliazione fra gli sposi più glamour della provincia. Lei non ha avanzato richieste economiche
foto missinato - spilimbergo - matrimonio vip - 2 PARTE
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Titoli di coda sul matrimonio Cimolai-Zoppas, questa mattina in tribunale a Treviso, di fronte al giudice Clarice De Tullio.

La cancelleria del palazzo di giustizia ha confermato l’agenda delle udienze, per la ex-coppia più “glamour” del Pordenonese, naufragata nel “menage” un mese dopo le nozze in stile hollywoodiano, celebrate lo scorso maggio nel duomo di Spilimbergo e festeggiate a villa Sospisio, con l’aristocrazia industriale del Triveneto. Separazione-lampo sotto l’albero di Natale, con strascico di gossip.

L’udienza di separazione per Paola (amministratore delegato dell’azienda leader nell’acciaio Cimolai, con 700 dipendenti) e Matteo (nipote di Lino Zanussi, erede della dinastia Zoppas con fascino da vendere e presidente dei giovani industriali veneziani) è stata fissata al quinto piano di via Verdi, nella marca trevigiana, perché il loro nido d’amore era a Conegliano. Salvo retromarce o colpi di scena dell’ultima ora, oggi si consumerà l’addio tra carte bollate e avvocati.

Paola Cimolai, primogenita del re dell’acciaio pordenonese Luigi, «ha depositato ricorso per separazione giudiziale al tribunale di Treviso – recitava la nota legale ufficiale - assistita dall’avvocato Sandro De Nardi». Il crac sentimentale ha spezzato i sogni e, quindi, la dinasty di due imperi economici è tutta da rivedere. «I motivi sono fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza» recitano le carte. La Cimolai non ha presentato richieste economiche a Matteo Zoppas e la questione su patrimoni e rendite dovrebbe scivolare in secondo piano.

Le prime notizie sulla crisi della storia d’amore erano filtrate nello scorso luglio, con lr prime voci su tradimenti, videotape compromettenti, porte sbattute e la fine di tre anni d’amore. Il tentativo di conciliazione del giudice a Treviso è previsto dalla procedura, ma sull’esito positivo nessuno scommette. Il reportage delle nozze firmato dal fotografo Cesare Genuzio è stato archiviato con otto parole: grazie, bellissimo, ma non sarà un bel ricordo.

Il massimo riserbo di Paola, che ora si dedica non stop all’azienda di famiglia, ha congelato la storia d’amore. Il bel Matteo, invece, uno dei rampolli più contesi del jet-set milanese, brilla nelle cronache mondane e industriali.

Chiara Benotti

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