A Lignano c’è aria d’Australia grazie a Paolo e al suo pub

Pahor, titolare del Dk a Pineta, ha importato nel suo locale abitudini e atmosfere. Spiega: «È un luogo di ritrovo, che vuole scaldare il cuore di chi lo frequenta»

LIGNANO. Estate 2013. C’è una città baciata dal sole. E c’è una storia che nasce da un adesivo. Sì perché il tormentone di questa stagione non va cercato nel motivetto che senti e risenti nei locali. No, va cercato in un paio di grossi baffi neri. Attaccati ovunque. Sulle bici parcheggiate all’esterno della spiaggia, sulle lattine, in centro, sulle auto, stampati sulle magliette.

«Certo che sappiamo di chi sono - ci dice un gruppo di giovani - sono i baffi di Paolo». Svelato il mistero. «Paolo» è Paolo Pahor, il titolare del pub Dk a Pineta. Sono i suoi «i baffi dell’estate». Un’idea nata in primavera nel salone dello storico barbiere di Pineta Mario Rossi. Un’idea che poi si è trasformata in un marchio. Ma dietro a quei grossi baffoni c’è una storia che emoziona.

La storia di un amore per un terra, l’Australia e di un impegno, il suo, a “importare” a Lignano alcune delle sue usanze. Le distanze si accorciano e nel suo locale si rivivono le atmosfere di un’isola che ormai è diventata «un pezzo di cuore».

«Ogni anno “sverno” in Australia – racconta – e mi piace frequentare i pub per poi impiegare qui da noi abitudini come la birra ice servita in un bicchiere ghiacciato e ghiacciata essa stessa, la passione per i motori che ritrovi in qualsiasi posto». I suoi paesaggi mozzafiato, la natura che incanta, una cultura che affascina. Ritrovi tutto questo in un album che Paolo, classe 1971, ci mostra. A ogni pagina un ricordo. E un’emozione che si rinnova. Un giramondo, Paolo.

Un’esperienza lavorativa per sette anni in Germania «dove ho imparato il mestiere» e poi due anni a Ibiza, nel cuore della movida europea, per approdare a Sistiana e infine a Lignano dove l’ha condotto l’amore per la compagna Martina. Ha voluto creare qualcosa di suo, qualcosa di unico in città. Dove la musica che ascolti è quella rock degli anni ’60, ’70 e ’80, dove ci si sente come a casa «perché per me la cosa più importante è che le persone si sentano a loro agio, il mio staff per me è una risorsa importante, è come una famiglia».

Un locale che ha un’anima «che non vuole essere un semplice dispenser di bibite». No, è ben altro. È un luogo di ritrovo, un luogo che anche d’inverno scalda i lignanesi. L’Australia qui sembra più vicina. «Spero di ritornarci anche il prossimo anno, ora vedremo…» dice. Ama stare in mezzo alla gente Paolo, parlare con i suoi clienti che di fatto sono degli amici.

E quando ti racconta dei suoi viaggi ti sembra di essere lì mentre il sole tramonta dall’altra parte del mondo. Sotto ai suoi baffi ci scappa un sorriso. Richiude l’album fotografico e il suo sguardo si illumina. Lo senti il cuore “australiano” del Dk battere sempre più forte.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto