Addio a Luigi Mattei il premio Hemingway lo ebbe tra i fondatori

LIGNANO. Ci sono premi che durano il tempo di una cerimonia. Premi dalla vita breve, di cui ci si dimentica in fretta. Ce ne sono altri però – come il premio Hemingway di Lignano, che resistono nel tempo. E questo grazie a persone che non solo li hanno saputi costruire ma anche rinnovare mantenendo uno standard di qualità altissimo. Persone come Luigi Mattei. Se n’è andato a 84 anni, ad Anzio dove viveva, dopo un mese di ricovero in ospedale per problemi respiratori. Lui, originario di Tramonti, che dalla prima edizione del premio fino all’anno scorso ne era stato il segretario. Era il 1985. Soltanto un anno prima nella località si era inaugurato il parco intitolato ad Ernest Hemingway. Era stato l’allora sindaco Steno Meroi a volerlo dedicare allo scrittore per “saldare” il debito di riconoscenza nei suoi confronti, lui che nel 1954 l’aveva definita la “Florida d’Italia”. Eppure a Lignano c’era bisogno di altro. Lo sapevano bene l’allora presidente dell’azienda di soggiorno Carlo Teghil, oggi assessore provinciale, e il responsabile dell’ufficio stampa, l’attuale direttore di Settegiorni in Friuli Flavio Di Pietro. Sapevano che bisognava organizzare una nuova manifestazione. A Di Pietro venne l’idea, un premio suddiviso nelle sezioni spettacolo, narrativa e giornalismo da intitolare allo scrittore. L’idea era giusta, vincente. Ora mancava chi la potesse concretizzare. Luigi Mattei, lui che aveva conosciuto Ernest Hemingway in uno dei suoi soggiorni friulani, giornalista e uomo di cultura, comprese subito le potenzialità di questa iniziativa. Indicò come presidente della giuria il giornalista Antonio Spinosa. Poi furono individuati i vincitori, tra gli altri per lo spettacolo Ornella Vanoni, per la narrativa Natalia Ginzburg, per il giornalismo Giampaolo Pansa e tra i premiati speciali Biagio Agnes e Fernanda Pivano. «La manifestazione venne trasmessa in diretta Rai dalla Terrazza a Mare» ricorda Di Pietro. Da allora arrivarono nella località nomi di fama internazionale. Oriana Fallaci, Indro Montanelli, Paolo Rumiz, Enzo Biagi solo per citarne alcuni. «Lignano ha un debito di riconoscenza nei confronti di Mattei – ha spiegato Teghil – perché per trent’anni l’ha fatta conoscere nel mondo della cultura. Per questo dobbiamo essergli grati. Lui è stato il costruttore nel vero senso della parola di questo premio. È stato sempre il coordinatore e l’uomo che individuava i premiati e aveva poi la capacità di farli venire a Lignano». Con Mattei se ne va un pezzo di storia, di quella storia che fece conoscere Lignano al mondo intero.
Viviana Zamarian
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