Al Teatro Candoni la strana vita di Claudio Bisio raccontata male
Sul palco a Tolmezzo l’attore comico si analizza con la regia di Giorgio Gallione

Dopo il doppio sold out per Claudio Bisio a Monfalcone, l’attore domani, venerdì 29, alle 20. 45sarà al Candoni di Tolmezzo con lo spettacolo “La vita raccontata male”, per la regia di Giorgio Gallione. «Sono parecchi anni, dal’97 che lavoriamo insieme. Tra noi c’è stata una sintonia da subito, anche nella scelta di portare in scena degli spettacoli non da repertorio», spiega il regista.
«Finora abbiamo lavorato sulla letteratura e sul teatro canzone, su autori come Pennac, Serra e cantautori come Gaber o De André, ora invece ci siamo dedicati all’opera omnia di un autore come Francesco Piccolo, che scrive libri che sono molto teatrali, con un io narrante forte. Siamo partiti dal romanzo che ha vinto il Premio Strega, intitolato “Il desiderio di essere come tutti” e lo abbiamo verosimilmente traslato nella vita di attore come Claudio” rivela Gallione. E in questi anni, lui, con Bisio, ha davvero creato delle opere teatrali molto particolari, che hanno sempre tenuto conto del talento del protagonista, in grado di passare con grandissima intensità dal registro comico a quello più drammatico, con il risultato di regalare al pubblico non solo delle serate di spessore, ma anche una visione a tutto tondo di un artista che non è solo “il comico dello Zelig”, ma ha un’infinità di colori».
«È diplomato alla scuola del Piccolo di Milano, è un artista molto duttile, che ha sempre dichiarato che il teatro è il suo luogo d’elezione – aggiunge Gallione –. Quando lavoriamo insieme cerco qualcosa che ci parli e che ci piaccia, in cui ci riconosciamo. Non è mai un’operazione clinica mirata sul pubblico quella che facciamo, partiamo da autori anche famosi per fare un teatro che è anche comico ma non digestivo».
«Solitamente ci piace proporre uno sguardo sul mondo che abbiamo frequentato come gli autori, tutto sommato siamo tutti boomers. Siamo una generazione che ha rischiato la disoccupazione intellettuale», spiega il regista.
E così è nato anche questo nuovo spettacolo, che nell’opera di Francesco Piccolo ha preso forma all’interno di una libertà narrativa che si incrocia con la fedeltà al testo. «Ci piace creare un pizzico di ambiguità che porti a pensare che Claudio in scena stia raccontando frammenti della sua stessa vita, così come il lettore pensa che lo stia facendo lo stesso autore – illustra Gallione –. Si tratta di un codice di finzione che infatti la letteratura pratica spesso, ma lo fa anche il mondo dello spettacolo, basti pensare a Gaber e il Signor G. che non coincidono affatto”, chiarisce il regista. Anche in questa occasione ci sarà della musica, sul palco Bisio avrà con sé Marco Bianchi e Pietro Guarracino che eseguiranno dal vivo una tessitura musicale arrangiata da Paolo Silvestri, andando a citare alcuni dei brani più famosi degli anni in cui si svolge la storia raccontata. Passando dal jazz, alla musica pop, troveremo citazioni dalle gemelle Kessler a Morandi, così come gli inni nazionali della Germania Est e di quella Ovest. Oltre a questo ci saranno alcuni frammenti di brani di Ivano Fossati che serviranno anche da raccordo tra le varie parti dello spettacolo».
«In questo caso porteremo in scena un uomo di cui sia l’autore che noi non nascondiamo i momenti d’inciampo, raccontandolo con semplicità, arrivando quasi a dire che di tanto in tanto nemmeno noi ci piacciamo», conclude Gallione
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