Aldo, Giovanni e Giacomo: «Abbiamo vissuto 25 anni in disaccordo»

TRIESTE. Ridendo e scherzando se n’è andato via un quarto di secolo. Pluff, così. Pareva ieri, e invece venticinque anni sono spariti in un freezer. Mica li buttiamo, ohi, saremmo dei criminali.
Appena la depressione ti strozza, il capufficio stressa e la malinconia si presenta, apri lo sportello e Aldo Baglio, Cataldo Baglio, più correttamente, Giovanni Storti e Giacomino Poretti sono pronti all’uso, dopo una passatina nel micro, giusto per dare una botta di caldo. Siamo vicinissimi all’area celebrazioni live. In zona Fvg, intendiamo. Il tour, anzi, sta scemando.
Ma stasera, martedì, i tre ripasseranno tre vite e una carriera sul palco del PalaRubini di Trieste. (Gli ultimi biglietti per lo show, organizzato da Zenit srl, in collaborazione con il Comune di Trieste e la Regione Friuli Venezia Giulia, prodotto da Paolo Guerra per Agidi Due srl, saranno ancora in vendita alle casse a partire dalle 18. Le porte al pubblico apriranno invece alle 19.30. Tutte le info su www.azalea.it).
Ognuno di noi, inevitabilmente, si è intascato un loro pezzo comico che nel modo migliore li rappresenta. O di un film - ne hanno affastellati undici - o televisivo, varietà a iosa, o teatral-cabarettistico, difficili da raggruppare in una sola pagina.
Il The Best of era previsto - e perché no auspicabile? - come il tuono dopo il lampo. «Ebbene sì - attacca Giovanni - siamo orgogliosi del raccolto e mai avremmo voluto perderci l’occasione di incontrarvi e di ringraziarvi. Consideratelo un regalo. A sorprenderci è la new generation dei quindicenni, o giù di lì: sanno i nostri pezzi a memoria, eppure quando loro nascevano, noi eravamo già vecchi».
Conoscete la storia, no? Be’, Giovanni e Aldo in un certo senso facevano coppia. Alla scuola di mimo e danza dell’Arsenale di Milano i due si piacciono e l’unione artistica di fatto è bella che pronta. Giacomo è infermiere e quando smette con le flebo sul palco ci finisce volentieri. Marina Missironi è la fidanzatina del Poretti (poi moglie e, ora, ex moglie) e i quattro iniziano a piacersi.
Mancava, in realtà, una comicità diffusa che rompesse le forti regole dei singoli. Il contemporaneo di AG&G non è difficile da individuare. Due i perni sui quali è girata la loro fama: nel televisivo Su la testa con Paolo Rossi, a tutt’oggi avamposto mai ragguagliato, e Il Circo, con sempre Rossi capocomico. Da lì, l’ascesa.
- Tre teste contemporaneamente pensanti creano calore in surplus e, al momento topico del rastrellamento, immaginiamo lo scontro dei punti di vista. Chiamare a raccolta cinque lustri di sketch, per la naturale opera di compressione, è una bella rogna...
«Sforzo titanico dover scegliere una quarantina di scatti», spiega Giacomo. «Discussioni infinite e un solo punto di contatto: il numero degli acrobati bugari lo proiettiamo; se lo facessimo live dovremmo dotarci di un bravo fisioterapista. Ah, s’intrufola Giovanni, nessuna elaborazione: la gag dev’essere come il trio l’ha fatta. Marchio storico».
- Mai un seppure minimo desiderio di mandarvi a quel paese?
«La nostra ricchezza è l’aver conservato la voglia di divertirci, attraversando insieme tutte le fasi di un rapporto: l’entusiasmo iniziale, il boh, non so, e il “non ne posso fare a meno”. Fra noi c’è gratitudine, sappiamo bene che da soli non ce l’avremmo mai fatta. Siamo stati in disaccordo su tutto, ma ciò è irrilevante, proprio come accade in molte relazioni».
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