Autostoppisti: «Con la musica combattiamo il narcisismo»
Il quarto album del gruppo friulano: la presentazione a Milano e poi a Udine
«Il tema è quello molto attuale del narcisismo, i modelli comportamentali oggi sono legati alla manipolazione o all’apparire fine a sé stesso, nel mondo dello spettacolo e della cultura c’è questa tendenza. Il nostro è una sorta di attacco dall’interno, seppur vano. Suonare e cantare è ancora resistere, trovare il battito cardiaco che rimane».
Fabrizio Citossi, anima degli Autostoppisti Del Magico Sentiero, racconta così il nuovo album, quarto della carriera per il progetto friulano nato nel 2018. S’intitola “Narci Scisma - La Lobotomizzazione del Risveglio”, prodotto in collaborazione con Slou e la rassegna Estensioni Jazz Club Diffuso per New Model Label, sarà presentato l’11 gennaio al Circolo Ponte Della Ghisolfa di Milano e l’8 febbraio alle 21 al Caffè Caucigh di Udine, in un live fra musica, poesia, teatro, con improvvisazione.
Al chitarrista Citossi, già folksinger della band Rive No Tocje, attiva nella scena underground e nota per l’utilizzo della lingua friulana, si aggiungono il poeta Franco Polentarutti, entrambi di San Giorgio di Nogaro, mentre arrivano da Cormons, Villesse, Udine altri componenti come il polistrumentista Martin O’Loughlin, il trombettista Marco Tomasin, Stefano Tracanelli (sax), i chitarristi Federico Sbaiz e Alessandro Seravalle… Più che una band, un vero e proprio collettivo che, soprattutto nei lavori in studio riunisce numerosi ospiti (ad oggi una sessantina).
Per citarne alcuni presenti nel nuovo album: «Esponenti del jazz friulano quali Mirko Cisilino, Marco D’Orlando – riprende Citossi –, Giorgio Pacorig che ha contribuito al pezzo sull’acciaieria che doveva sorgere sull’Aussa Corno, c’è il cantautore triestino Toni Bruna, lo scrittore piemontese Andrea Balzola, che ha studiato con Carmelo Bene e ha lavorato per la Rai, la bravissima artista visiva torinese Paola Mongelli, grandi cantautori come l’emiliano Aldo Becca, Ambra Drius, Alberto Blasizza di Villesse, Alessandro Driussi».
E ancora: Mirko Jimi, Annarita De Conti, Anna Comand, Francesco Tami, Michela Gentilini, Maria Da Broi. L’ensemble teatral/musicale affronta a colpi di drum machine e sordine bucoliche quello che secondo Citossi si può definire «folk sperimentale improvvisativo con frammenti di poesia reale».
«Musicalmente – aggiunge – ogni disco è stato un passo avanti, in questo caso c’è questa sorta di collage sonoro che va molto d’istinto».
I testi mescolano poesia e giornalismo, sono la narrazione di un presente lacerato, disperato nella sua finta sicurezza sociale e nella affermata ambizione personale nel “nuovo Far West del selfie”.
«C’è sempre meno cronaca del reale nella musica, più che appiattimento – conclude Citossi – c’è una sorta di rassegnazione che ti porta a dire sempre le cose più ovvie. Non credo saremo noi l’ago della bilancia che la fa pendere dall’altra parte, ma è necessario provarci. Si sta formando una nuova umanità attraverso i social e non solo, che tende a forgiare narcisisti, il nostro vuole essere un monito a starne lontani. La lobotomizzazione del risveglio è quando a un certo punto ti svegli e dici: “Ma come mi sono ridotto?”. Qualche anno fa riuscivo a vedere le cose in maniera più limpida, ora ci sono troppe sovrastrutture».
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