Bellezza e tanto buonsenso sulla passerella

La seconda classificata Paola Torrente ha lanciato un messaggio di serena normalità. Il neuropsichiatra Castellarin: troppe giovani entrano nella spirale del magre a tutti i costi
Miss Italia 2016 Nella foto da sx Rachele Risaliti e Paola Torrente Jesolo domenica 10 Settembre 2016 ANSA/RICCARDO DALLE LUCHE
Miss Italia 2016 Nella foto da sx Rachele Risaliti e Paola Torrente Jesolo domenica 10 Settembre 2016 ANSA/RICCARDO DALLE LUCHE

UDINE. La tiara più ambita dei concorsi nostrani, quella di Miss Italia, l’è sfuggita per un soffio, ma il suo secondo posto vale molto di più. Più del titolo, più della scintillante corona appannaggio di Rachele Risaliti, prima a Jesolo.

Il secondo posto di Paola Torrente vale di più perché sdogana un altro modello di bellezza. Fatto di curve, di guance floride e di una taglia 46. In breve: di normalità. Quella che manca nell’immaginario femminile almeno dai tempi di Twiggy, la celebre modella della swingin’ London che negli anni ’60 inaugurò con i suoi 41 chili per 1,68 metri di altezza un inedito modello di donna ideale che fa dell’androginia la sua nuova cifra. Fortunata al punto da resistere ancor oggi.

Appena un po’ meno dopo l’exploit della giovanissima Miss di Angri, provincia di Salerno, che di meriti ne ha almeno due. Aver restituito diritto di cittadinanza alle curve e mostrato che l’evanescente bellezza non basta. Che all’arco è meglio avere altro e che in generale ce lo si deve sudare. Come fa lei sui banchi della facoltà d’ingegneria pur non disdegnando l’ipotesi di un blitz sulle passerelle. Lì dove dettano legge stilisti che prediligono ancor oggi figure androgine, magre all’eccesso.

E si sa: quel che dice la moda è legge. Specie per le adolescenti. Ragazzine che ha ascoltato a migliaia il dottor Gelindo Castellarin, una delle colonne della neuropsichiatria infantile in regione. «Attratte dall’immagine corporea proposta dal fashion system tante adolescenti - racconta - decidono di diventare magre incamminandosi lungo una strada pericolosa che può condurre fino all’anoressia».

Ben venga quindi il secondo posto di Paola. «Ci ricorda che la bellezza sta anche nelle curve e nel portamento». Al di là dei dettami della moda, che è sì un gioco alla costante reinvenzione del sé, insito purtroppo di pericoli.

Come l’ambita taglia 38. Pronta in tanti casi a scendere fino alla 36. I drammi iniziano così. «La ragazza che si sente dire “sei grassa” ne esce distrutta”», denuncia ancora Castellarin che invita alla prudenza e alla leggerezza rifacendosi ancora una volta a Paola Torrente, meritevole d’aver sdoganato la 46 a un concorso di bellezza.

Ci aveva provato anni fa lo stesso psicoterapeuta, partecipando a Cividale in qualità di giurato a «un concorso realizzato in collaborazione con il Ministero della salute proprio allo scopo di promuovere nelle giovani concorrenti l’accettazione del proprio corpo al di là delle immagini veicolate dalla moda. Immagini di donne ideali - continua Castellarin - che devono per forza vestire iper snello e anoressico».

Chissà se iscrivendosi a Miss Italia la giovane salernitana aveva idea di quale cruciale battaglia si stava mettendo alla testa. Con tutta probabilità no. Ma il risultato non è meno importante e deve far riflettere. Tutti. Famiglie comprese, «spesso inutilmente preoccupate per qualche chilo in più o in meno nei propri figli» aggiunge il medico friulano chiudendo con un invito «a recuperare quella leggerezza che ci fa sentire bene nel nostro corpo».

Se possibile studiando un po’ meno sulle riviste patinate le figure agili e asciutte delle modelle che a gran falcate coprono le passerelle per concedersi invece un compiaciuto sguardo allo specchio di casa che riflette l’immagine, forse imperfetta, ma certamente unica, di ognuno di noi.

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