Bobby Solo canta a Udine “Une lagrime mi vise”

UDINE. È più in forma che mai, Roberto Satti in arte Bobby Solo, e lo dimostra a tutti con una rinnovata energia e un’incredibile vitalità.
«All'anagrafe ho 72 anni - afferma -, però mi sento addosso l’entusiasmo di un ragazzino» e questo appare da diverse chiavi di lettura: dall’uscita di due nuovissimi dischi «entrambi completamente realizzati a Udine», ci tiene a chiarire parlando di “Elvis Lives - tributo alla musica e alle pellicole di Elvis Presley”, pubblicato in occasione del 40° anniversario dalla morte di “The King” - e di “Nuove Canzone Italiane”, album con brani inediti che verrà presentato a giorni proprio a Udine.
Dalla sua clamorosa partecipazione allo Zecchino d’Oro «ma solamente in veste di co-autore con Alberto Zeppieri di Bumba e la Zumba, una delle 12 canzoni ammesse alla finale e non per cantare - rivela scherzosamente - perché ammettono solo bambini fino a 11 anni... e io li ho compiuti sei decadi fa»; con numerosi incontri dal vivo coi fan friulani «la mia prossima volta a Udine sarà domenica 1 ottobre: alle 17.30 canterò al Palamostre con la mia band, ospite del format Gran Varietà di “50 & Più”, mentre alle 20.45 presenzierò con piacere alla cena per l'Unicef all’Astoria Italia, il mio quartier generale quando vengo in questa accogliente città».
E se ciò non bastasse, il suo amore per Udine e per il Friuli è ancor più evidente per la sua presenza nel progetto “Capo Verde, terra d’amore” dell’etichetta friulana Numar Un, per un duetto realizzato a Pantianicco con Tinkara e soprattutto per un'operazione discografica senza precedenti, alle prese per la prima volta in assoluto con la lingua friulana.
Attenzione: non con una villotta o una canzone a caso del suo immenso repertorio, bensì interpretando in marilenghe il suo successo planaterio più eclatante, quella “Lacrima sul viso” che gli è valsa la scena mondiale nel 1964 dal palco del salone delle feste del Casinò di Sanremo.
«Molti hanno parlato di una mia vittoria morale, perchè ero un ragazzino e non avevo ascoltato chi mi diceva di andare a letto presto; così la notte prima del Festival ho preso freddo e sono rimasto afono, al punto da costringere gli organizzatori a ricorrere per la prima volta al playback».
Un piccolo incidente di percorso che ha fatto la gioia di una sedicenne Gigliola Cinquetti, vincitrice di quel Sanremo forse per questo.
«Mi sono rifatto l'anno dopo con Se piangi, se ridi e per l'album Nuove Canzoni Italiane, che presenterò per la prima volta proprio al teatro Palamostre, come bonus ho pensato a queste due canzoni, ma in un modo nuovo: la prima è diventata Une lagrime mi vise nell'adattamento in friulano di Alberto Zeppieri che anche Mogol e la Universal hanno molto apprezzato, al punto da depositarla in Siae con questo testo; la seconda ha un arrangiamento in levare, tipo ska».
E le altre canzoni? «Sono tredici, tutte nuovissime: musiche mie e testi di Alberto,, arrangiate assieme a Max Passon al Master Studio».
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