Cagnazzo, Canaletti e Santucci: ecco i finalisti dei “Poeti di 20 anni”

L’autrice salentina Valeria Cagnazzo con Inondazioni (CartaCanta, 2019), il poeta marchigiano Riccardo Canaletti con Sponde (Arcipelago Itaca, 2019) e la poetessa senese Francesca Santucci con La casa e fuori (LietoColle-Pordenonelegge, 2019) sono i finalisti della seconda edizione de “I poeti di vent’anni. Premio Pordenonelegge Poesia”, promosso da Fondazione Pordenonelegge in collaborazione con Camera di Commercio di Pordenone – Udine, Crédit Agricole FriulAdria, Teatro Giuseppe Verdi Pordenone e Best Western Plus Park Hotel Pordenone.

Dedicato ai poeti nati fra il primo gennaio 1990 e il 31 dicembre 1999, il riconoscimento rinnova la forte attenzione di pordenonelegge per la poesia, un genere che muta pelle fra le generazioni ma dimostra la sua eterna vitalità, coinvolgendo chi scrive e chi legge.

La terna finalista è stata selezionata dalla giuria, composta dal coordinatore del Premio Roberto Cescon con Azzurra D’Agostino, Tommaso Di Dio, Massimo Gezzi e Franca Mancinelli. La proclamazione con premiazione del vincitore è prevista nel corso di pordenonelegge 2020, Festa del Libro con gli Autori (16-20 settembre). All’edizione 2020 del Premio hanno preso parte anche i poeti finalisti Giorgiomaria Cornelio, Jacopo Curi, Lorenzo Fava, Gabriele Galloni, Demetrio Marra, Tommaso Russi e Antonio Scialpi.

L’esordio di Valeria Cagnazzo colpisce perché la parola si fa carico dell’altro attraverso la costruzione di un mondo: animali marini, fondali, ma anche piante, piane, gelsi, straobordii, corpi, zampe. Il tutto, armonizzato in un dire non solo metaforico. Al suo esordio è anche Riccardo Canaletti: in Sponde si riconosce un io che parla a un tu (e che raramente aderisce a un noi) e accoglie nei suoi testi i dettagli che trapuntano la nostra vita e la fanno indimenticabile. La casa e fuori, libro d’esordio di Francesca Santucci, è composto di poesie in prosa e in versi che conducono il lettore in un territorio sospeso, dove l’infanzia non è ancora trascorsa e si è come «sul punto di fare qualcosa», di spezzare questo stato intermedio, per fare ingresso in un mondo altro, quello degli adulti, forse. [/CAPOLETT1]—

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