Caprarica racconta Carlo III, un viaggio ricco di sorprese nel destino della corona
Nuovo saggio del giornalista sulla monarchia inglese. Il volume sarà presentato il 22 ai Colloqui dell’abbazia a Rosazzo

Carlo III, un sovrano âgé che saprà sorprendere? Il suo sarà un regno di transizione nel segno di sostanziali cambiamenti richiesti dell’epoca? Quali saranno i segnali di concreta discontinuità rispetto alla madre Elisabetta, icona mondiale di maestà per 70 anni? Tante domande, molte delle quali trovano risposte o attendibili indizi di possibili svelamenti nel nuovo libro di Antonio Caprarica Carlo III. Il destino della corona”(Sperling & Kupfer, 336 pagine, 19,90 euro) che sarà presentato in anteprima regionale il 22 giugno alle 18 nella rassegna “I Colloqui dell’abbazia.
Il viaggio della carta geografica di Livio Felluga” nel chiostro del complesso abbaziale di Rosazzo a Manzano .
Un libro fondante per capire dinamiche e motivazioni della casa regnante europea che più di ogni altra continua ad affascinare e a tenere le prime pagine di tabloid e giornaloni.
Un viaggio ricco di fatti, testimonianze e riscontri fattuali, come nello stile dello scrittore, certamente fra i più accrediti sul tema, non solo per la sua lunga presenza oltre Manica in veste di corrispondente Rai ma anche in ragione dei numerosi e apprezzati volumi dedicati alla terra di Albione e soprattutto alla famiglia Windsor.
Ironico in stile british con la coloritura mediterranea delle radici pugliesi Caprarica dà il benvenuto all’avido lettore e alla appassionata lettrice con una gustosa gaffe che lo vide protagonista in occasione di un prestigioso, ça va sans dire esclusivo, ricevimento al castello di Windsor nel lontano 1998; padrone di casa l’erede al trono.
A salvare il giornalista da una “maestosa topica”, per la quale l’antenato Enrico VIII gli avrebbe fatto mozzare la testa, fu un “lusinghevole principesco” intervento di Iolanta, adorata consorte del nostro.
Un incontro dunque nato nel segno del brivido dal quale discende il ritratto a tutto tondo, in chiaroscuro, della personalità complessa e poliedrica di Carlo.
La narrazione prende l’abbrivo dall’infanzia dell’eterno erede al trono, mettendo in luce l’educazione ricevuta, i rapporti non facili e non semplici con gli aulici genitori, mummy soprattutto, i traumi, le sofferenze e le rinunce, poi proseguite nell’età adulta con l’imposizione del matrimonio con Diana, sempre più popolare di lui, mentre il vero amore Camilla entrava nel ruolo di amante e sfascia famiglie.
Di Carlo emergono aspetti caratterizzanti a volte contrapposti: momenti up and down, il culto del passato e la lungimiranza sull'ambiente, la vita di lussi e l'attenzione ai più deboli, la determinazione di un uomo descritto arrendevole che, con perseveranza e determinazione, è arrivato al “coronamento finale” con regina consorte dopo 33 anni al fianco di Camilla.
Principe laureato a Cambridge, preparato e colto ma anche impiccione, lo definisce in un capitolo Caprarica ricordando come, contrariamente alla madre mai incline a far trapelare il regale pensiero sui fatti pubblici e politici, spesso prese posizioni impopolari.
Alcuni esempi: Poundbury, paesino nel Dorset sintesi delle sue idee conservazioniste in urbanistica e architettura, contrapposte alle spinte moderniste di archistar pro trasformazione della “vecchia Inghilterra”.
Ma ancora l’impegno ambientalista: non avendo potuto partecipare da re alla Cop27, Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (a Downing Street la cosa non era gradita), orchestrò un diplomatico blitz. Invitò a Palazzo i leader e gli attivisti mondiali per l’ambiente.
Di fatto anticipando il summit, un colpo da maestro senza venir meno alle prerogative reali sancite dalla Magna Charta in poi.
Nelle quattro parti in cui si articola il volume tanti temi e gustosi “fatti”; dal riportare Harry a corte al coinvolgendo di William ( significativamente in copertina, sfumato alle spalle del padre) e Kate, dal regno in tandem con Camilla all’incoronazione low profile e nel segno del riciclo, con colonna sonora diretta da sir Antonio Pappano.
Un inedito ritratto del timido “principe Amleto” diventato infine “Carlo il risoluto”.
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