Carso 1915, così si entrò nell’inferno della guerra

Gaspari pubblica il saggio di tre esperti di storia del fronte dell’Isonzo

Marco Mantini

Mentre le ricorrenze dei centenari della Grande Guerra ci sono ormai scorse tra le dita, con questo libro il Carso dell'indimenticabile conflitto ritorna prepotentemente a noi nel suo aspetto più crudo, più vero: quello militare di inizio guerra.

È il Carso del Monte San Michele, di Bosco Cappuccio, del Sei Busi, delle Trincee delle Frasche, dei Razzi, delle Celle, dei Morti, delle alture di Selz, ecc., nomi che i bollettini, corrispondenze, lettere di ambo gli eserciti eternarono prima nella storia, poi nella memoria europea fino a ergerli come pilastri del mito della Prima Guerra Mondiale.

Luoghi mitici e fatali che hanno segnato l'incontro-scontro dell'uomo soldato con un terreno sconosciuto ai più e che fin dal primo anno del conflitto italo-austriaco si manifestava senza pudore nella sua peculiare terribile asprezza.

Terreno arso, brullo, scabro, da difendere per gli uni e da assaltare per gli altri, capace di pretende dai suoi difensori anima e corpo: è quello del 1915 il Carso che magistralmente ricostruiscono i tre autori, quello del primo impatto tra due eserciti, ancora lontano dalla guerra dei materiali del 1917.

Il Carso del 1915 è più che mai storia di terra rossa e uomini in armi come ci ricordano le chicche di diaristica e memorialistica di entrambe le parti. Ma dalle pagine di questo libro emergono non solo testimonianze. Preziose, infatti, le foto inedite tratte dalle raccolte degli Autori e numerose le mappe pubblicate, interessantissime per i loro dettagli, provenienti dai principali archivi militari italiani e stranieri.

Quando il lettore prenderà tra le mani questo volume, già sfogliandone l'indice potrà comprendere la portata e la particolarità dei contenuti di questa pubblicazione che ci restituisce a piene mani il Carso delle origini, che nel 1915 rappresentò appunto “l’ingresso dell’Inferno”, come ci ricorda il sottotitolo di questo volume che fonde ricerche e interessi di tre dei massimi esperti di storia del Fronte dell’Isonzo.

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