Caterina Guzzanti a teatro con Secondo lei: «Parlo di incomunicabilità con un punto di vista femminile»

L’attrice sarà al Pasolini di Cervignano e al Palamostre di Udine: «Si tratta di una vicenda drammatica in cui si ride»

Mario Brandolin
Caterina Guzzanti. Foto Francesca Lucidi
Caterina Guzzanti. Foto Francesca Lucidi

Attrice comica imitatrice: sono molte le facce di Caterina Guzzanti, la più piccola di casa, cresciuta alla scuola dei due fratelli più grandi Sabina e Corrado, con i quali ha debuttato in TV nel 1997 al Pippo Chennedy Show del fratello e di Serena Dandini. Da allora la carriera di Caterina si è svolta tra tanta TV e tanto cinema. E anche teatro, al quale è ritornata in questa stagione con uno spettacolo di cui è autrice, regista e interprete con Federico Vigorito.

Si intitola Secondo lei ed è la storia di una coppia che affonda nei silenzi, negli imbarazzi, nelle ritrosie di un rapporto che non risponde più alla aspettative su cui si era formato ed è sfilacciato nella routine e nel grigiore della quotidianità. E sarà di scena venerdì 31 gennaio al Pasolini di Cervignano alle 20.30 e sabato 1 febbraio alle 20. 30 al Palamostre di Udine per Teatro Contatto/Real Life del Css.

Perché Secondo lei? E soprattutto quale è lo sguardo, tutto al femminile, immagino, che informa il copione?

«Il titolo dichiara subito, che è una storia raccontata da un punto di vista femminile, ma perché scritto da una donna. Dal momento che in questo testo io mi sono immaginata di scrivere e dar voce ai pensieri di un uomo in una situazione particolare di cui non si parla, in quanto grosso tabù dei nostri tempi e cioè quello dell’impotenza. E il punto di vista non è il mio ma quello del mio personaggio che si trova a vivere questa situazione con un uomo che sin dalla prima sera non riesce a fare l’amore con lei. Ma questo è solo un aspetto di un argomenti più vasto che è quello dell’incomunicabilità, della paura di parlare, di aprirsi, anche solo per il timore di far del male all’altro e a se stessi. la nostra è in fondo la storia di una coppia in cui bisogna far finta di essere felici, che tutto vada bene».

Un bell’inghippo dunque, che sembra fare a pugni con la sua storia artistica che l’ha vista quasi sempre nei panni di un’attrice comica, e penso che il pubblico anche stavolta si aspetti di ridere, o quantomeno di sorridere?

«E infatti sorride, di più: ride abbondantemente. È una storia apparentemente drammatica, ma vista da fuori ha dei momenti esilaranti. Questi due personaggi non hanno torto o ragione ma sono la rappresentazione di meccanismi che scattano quando c’è il divieto di comunicare, da do vita a degli strani minuetti che allestiscono per non pestare i piedi uno all’altra. E restano solo i riti un po’ consumati e vuoti di una coppia che non vuole affrontare i problemi. Incastrata in pregiudizi e condizionamenti che le vengono dalla società».

Tranquillizzato il pubblico, le chiedo: la definizione di attrice comica le va stretta?

«Si, un pochino, perché dopo tanti anni e le tante cose che ho fatto, mi vengono chieste più o meno sempre le stesse cose. Quindi mi sono fatta coraggio e voilà, questo spettacolo me lo sono scritta da sola.».

Per alcune stagioni, soprattutto agli inizia della sua carriera, in Tv è stata al fianco dei suoi fratelli in trasmissioni di grande successo. Poi se ne è distaccata o “affrancata” come scrive Wikipedia. È stato facile, difficile? Come è andata?

«Non è stato né facile è difficile, è stato spontaneo, fisiologico, grazie anche alle proposte che mi venivano fatte».

Nessun dramma famigliare, dunque?

Assolutamente, non vedo l’ora di lavorare ancora con Sabina e Corrado».

Lei ha inventato molti personaggi, alcuni ripresi dalla realtà, ad esempio Sarah Palin, la sovranista governatrice repubblicana dell’Alaska per un momento, di panico, in odore di candidatura alla presidenza degli Usa. Quale è quello che più le corrisponde come attrice, o al quale è più affezionata. e se ci saranno ancora?

«Li ho amati un po’ tutti, dipendevano comunque dai contesti che erano quelli dei format televisivi. In realtà i personaggi li invento continuamente, anche quando mi trovo a lavorare su copioni o sceneggiatura fatti da altri. Inventare i personaggi in fondo è il bello di questo mestiere».

Domanda di rito: cinema Tv e teatro, dove sta meglio?

«Per quelle orette che sto sul palcoscenico, il teatro è mio luogo d’elezione, per il resto, quello del teatro, con gli spostamenti, con gli alberghi che cambi ogni sera, con la valige che non riesci mai a disfare del tutto, è mestiere davvero duro. Cosa che non capita né al cinema né in televisione». 

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