Caterina Murino: «Volevo fare il medico invece finii a Miss Italia. Da lì è cominciato tutto, 007 compreso»
L’attrice conduce in Sala Grande le serate di apertura e di chiusura della Mostra del Cinema

Non arriverà sulla spiaggia dell’Excelsior in sella ad un cavallo bianco come faceva (sulla sabbia delle Bahamas) il suo personaggio di Solange in “Casinò Royale”.
Era il 2006 e per Caterina Murino quel ruolo da Bond girl fu il trampolino di lancio importante che l’ha portata a diventare una attrice internazionale, al cinema e in teatro.
Oggi è attesa come madrina della 80esima Mostra del Cinema di Venezia per condurre le serate di apertura e chiusura.
Come ha scoperto di essere stata scelta per il ruolo di padrona di casa a Venezia 80?
«È stata una grandissima sorpresa. Anche perché, quando Alberto Barbera me lo ha comunicato, ero in uno dei momenti meno glamour che si possa immaginare.
Ero in treno in Francia per portare a una famiglia un cane appena adottato grazie all’associazione con cui collaboro – Gli angeli dei binari – che si occupa di trovare una casa agli animali abbandonati. Non lo avrei mai immaginato.
Io, padrona di casa? È una parola che mi fa quasi paura, però, allo stesso tempo, nella mia vita privata, mi capita spesso di esserlo nella mia casa di Parigi quando ricevo gli amici. Spero di portare quell’ospitalità e quell’energia anche a Venezia, senza essere sopraffatta dal terrore».
Il suo discorso di apertura è già pronto?
«Sì, è stato preparato dalla Biennale, anche perché si festeggia un compleanno tondo della Mostra. Ho solo chiesto che sia breve: pochi ma importanti messaggi, perché l’attenzione del pubblico rimanga viva».
Cosa è cambiato da quando è stata qui alla Mostra l’ultima volta nel 2008 con il film di Pappi Corsicato “Il seme della discordia”?
«È tutto diverso, sarà un ruolo nuovo e una nuova emozione fare la madrina. Starò al Lido per tutto il periodo, tranne il 7 settembre quando dovrò volare a Parigi per le prove nella mia nuova pièce.
Vorrei vedere tanti film, sicuramente “Comandante”, Priscilla”, “Promised Land” e “Hors-Saison”. Se penso da dove sono partita…».
Cosa le ha cambiato la vita?
«Volevo fare il medico, non è andata bene e nel 1997 sono arrivata quinta a Miss Italia. È un concorso puro e genuino a cui devo moltissimo, tanto che oggi ne sono agente per la Sardegna e credo che possa aiutare moltissime ragazze a realizzare i propri sogni.
Vi racconto un episodio esemplare. Nel 2022 incontro in un ristorante a Palau una ragazza bellissima e la invito a iscriversi a Miss Italia. Lei nicchiava, le piaceva cantare e suonare, non le sembrava quella la sua strada.
Era Lavinia Labate che quell’anno è diventata Miss Italia e ora può coltivare quei sogni».
E dopo è diventata, a sorpresa, una Bond girl …
«Anche questo è un episodio curioso. Ero caduta da cavallo il giorno prima e non volevo più presentarmi al provino.
Mia madre disse al medico di farmi una iniezione di Toradol e sono stata presa. Si vede che era destino. Ci sono dei film, dei progetti che sembrano chiamarti anche quando tutto rema contro di te».
Dello sciopero degli attori americani che condizionerà questa Mostra cosa pensa?
«Prima di tutto bisogna capire il problema. Le persone che non fanno parte di questo mondo pensano che tutti gli attori siano ricchissimi. Non è così.
È una percezione distorta che vale per pochissime star. Tutti gli altri fanno fatica ad arrivare a fine mese. E poi il tema dell’intelligenza artificiale è davvero inquietante: la creazione artistica è qualcosa di umano ed è aberrante che, un domani, si possa usare la mia immagine digitale.
Mi auguro che ciò non accada e che anche altri Paesi possano aiutare quelli che si chiamano gli intermittenti dello spettacolo: in Francia il sistema di sostegno per chi non lavora con continuità funziona molto bene».
Cinema, teatro, associazioni animaliste; persino gioielli. Non si ferma mai?
«Gli animali sono una scoperta recente. Dedico molto tempo a loro e, come sapete, mi sono spesa con grande convinzione contro l’abbattimento degli orsi in Trentino, sperando che il presidente Fugatti capisca che non è questa la strada per una pacifica convivenza con l’uomo.
Basterebbe prendere a modello quanto sta avvenendo in Abruzzo. I gioielli sono un’altra passione che nasce da una antichissima tradizione sarda di lavorazione dell’oro: una volta c’erano 400 artigiani, oggi solo 18. Sto creando dei moderni gioielli con questa tecnica e in Francia piacciono molto».
Lei vive da 20 anni a Parigi: ormai è quella casa sua?
«L’Italia mi manca da morire. La leggerezza, l’armonia, l’energia della gente. Ma la mia vita e la mia quotidianità sono a Parigi. Come, del resto il mio angelo custode».
Si riferisce al suo compagno, l’avvocato Edouard Rigaud?
«Sì, sarà con me tutto il tempo qui a Venezia. Mi tiene in riga, mi fa capire quando sbaglio, mi sostiene. Peccato averlo incontrato troppo tardi, ma dopo sette anni ho ancora le farfalle nello stomaco e spero di sentirle ancora per tanto tempo».
Madrina vuol dire anche glamour. Cosa indosserà?
«Indosserò degli abiti spettacolari pensati per me dai più grandi stilisti italiani: Armani, in apertura e chiusura, Moschino, Fendi, Ferretti, Versace, Kiton con l’unica eccezione della stilista inglese Jenny Packham che disegnò per me il vestito di Solange in 007».
Da dove tutto, in fondo, è cominciato.
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