Cento anni fa nasceva Marlon Brando: subito divo, poi leggenda del cinema

L’attore, scomparso 20 anni fa, era nato il 3 aprile 1924. L’Actors Studio, i capolavori, le tre mogli e gli undici figli

Attilio Gatto
Marlon Brando è Kurtz in “Apocalypse Now”
Marlon Brando è Kurtz in “Apocalypse Now”

Tra storia d’amore e spinta rivoluzionaria, “Ultimo tango a Parigi”, per me, è il film della vita. Quando è morto Bernardo Bertolucci, è a Parigi che ho pensato, a quei due sconosciuti che io vedo ancora lì. Nei cent’anni dalla nascita di Marlon Brando, avvenuta ad Omaha nel Nebraska il 3 aprile del 1924, il ricordo è ancora più solido: in quel 1972 non aveva ancora cinquant’anni Marlon e, insieme alla giovane Maria Schneider, s’inseguivano tra il Quartiere Latino e Les Halles.

Io penso che “Ultimo tango” abbia un significato politico, mediato naturalmente da due vite al limite. Maria Schneider è un’esordiente, che anni dopo il film dice di essere stata sfruttata nelle scene sessuali. Bernardo Bertolucci chiede scusa, ma assicura che nessuno voleva farle del male.

E Marlon Brando? È stato il divo, il mito degli anni cinquanta. Ma nel decennio successivo ha perso smalto. All’inizio degli anni settanta, quando si gira “Ultimo tango”, il suo nome non è più quello di un mito. Eppure nel’72 c’è il colpo di reni, il film di Bertolucci e quello di Coppola, “Il Padrino”, con l’Oscar che Brando non ritira, mandando al suo posto una nativa americana.

Un rilancio con due successi che suscitano una tempesta di polemiche, compreso il sequestro del film, condannato al rogo. E comunque i protagonisti di “Ultimo tango” sono due attori talmente confusi e provvisori da essere maledettamente adatti ad interpretare due personaggi senza nome e senza identità. Cercano di dimenticare le loro storie, fanno l’amore, ma è un’illusione che non cancella appartenenza e cultura di classe. Non abbatte i muri della disuguaglianza.

A Parigi certamente si rifugiano in luoghi inconsueti, magari un ristorante dell’Ile Saint Louis, o giù, oltre Place de la Bastille, verso il cimitero di Père-Lachaise, dove riposano, tra i Pari di Francia, le stelle della musica pop e del cinema.

E dunque questo è l’anno di un mito scomparso nel 2004, a 80 anni. Il primo luglio saranno infatti vent’anni dalla morte. Cent’anni fa era il tempo del piccolo Marlon, infanzia difficile, rapporti tesi sia col padre che con la madre. Vien fuori un uomo apparentemente immodesto e presuntuoso, tormentato e ribelle.

Fu rapito dalla recitazione, uno dei primi attori a frequentare l’Actor’s Studio e a mettere in pratica l’identificazione del metodo Stanislavskij, rinnovando il lavoro dell’attore. Un attore destinato a diventare il più fascinoso e grande interprete d’America, leggenda vivente. Il film con cui raggiunge la popolarità è “Un tram che si chiama desiderio”, diretto da Elia Kazan; nel’53 “Il selvaggio” di László Benedek; nel’54 ancora regia di Elia Kazan, domina la scena in “Fronte del porto”e vince l’Oscar; negli anni sessanta “Pelle di serpente” di Sidney Lumet, “Queimada” di Gillo Pontecorvo, “Gli ammutinati del Bounty” di Lewis Mileston. Del’72 sono “Ultimo tango a Parigi”, capolavoro di Bernardo Bertolucci, e “il Padrino” di Frances Ford Coppola.

Nel’78 guadagnò 19 milioni di dollari per “Superman”. Nel’79 per “Apocalisse now” fu pagato un milione a settimana. Da ricordare ancora tre film, “La contessa di Hong Kong”, accanto a Sofia Loren, diretto da Charlie Chaplin; “Don Juan de Marco– Maestro d’amore”, insieme a Johnny Depp; e il suo ultimo film “The Score” (2001), regia di Frank Oz.

Tra un film e l’altro, Brando fu molto attivo anche politicamente, finanziando in parte la candidatura a Presidente di John Fitzgerald Kennedy. Nell’agosto 1963 partecipò alla Marcia su Washington per il lavoro e la libertà, guidata da Martin Luther King.

Brando ebbe tre mogli e 11 figli. Tra questi, Cheyenne e Christian morirono dopo che quest’ultimo uccise il fidanzato della sorella.

Brando morì a Los Angeles il 1º luglio 2004, alle 18: 30 (ora locale), nel Centro Medico dell’Ucla (University of California at Los Angeles) a Westwood; pesava 140 chili, sofferente di diabete, la causa del decesso fu attribuita a una crisi respiratoria, dovuta a un enfisema polmonare che lo affliggeva da tre anni.

Gli amori di Marlon furono tanti e alcuni libri dicono che furono di entrambi i sessi. Si è scritto di un presunto rapporto sadomaso con James Dean, conosciuto alla fine degli anni quaranta. Gli amori – secondo la biografia “Brando Unzipped” (Brando sbottonato) scritta da Darwin Porter – vanno da Montgomery Clift a Marlene Dietrich, da Leonard Bernstein a Hedy Lamarr, da Burt Lancaster a Anna Magnani. È una lista molto lunga.

Il libro parla anche di un forte rapporto con un amico d’infanzia, Wally Cox. Un giorno Brando scoprì ch’era morto e convinse la moglie a consegnargli le ceneri, assicurandole che ci avrebbe pensato lui a spargerle, Quando morì i figli trovarono queste ceneri e le gettarono, mischiate a quelle del padre, in un Canyon della Death Valley.

Marlon Brando ebbe una lunga e saltuaria storia con Marilyn Monroe.Tra i due c’era grande affetto e quando Marilyn morì, Marlon non credette al suicidio. Per lui è stato un omicidio.

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