Chiude Palinsesti Festival, a San Vito al Tagliamento sono stati tre mesi dedicati ad arte e fotografia
Il 12 gennaio ultima data per visitare le mostre dedicate al contemporaneo. Tra le altre, esposte opere di autori come Silvio Wolf, Andrea Kvas e Roberto Kusterle
San Vito al Tagliamento ha da tempo investito molte risorse nella cultura proponendo progetti virtuosi che possono essere ospitati nelle molteplici sedi espositive degne di un importante capoluogo. La rassegna più attesa è sicuramente Palinsesti, un progetto che ha raggiunto la 19esima edizione, proponendo esposizioni temporanee e, da quest’anno, un festival supportato da workshop, conferenze, presentazioni di libri e incontri con gli artisti per affrontare un “dialogo” con l’arte e una nuova ricerca del contemporaneo.
L’iniziativa, organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento (Assessorato alla Vitalità), con il sostegno della Regione e il patrocinio dell’Università degli Studi di Udine, dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, del Centro di ricerca e di archiviazione della fotografia e della Fondazione “Ado Furlan” vuole riflettere su una politica culturale che deve essere inclusiva, dinamica ma soprattutto legata all’innovazione, un vero e proprio laboratorio di idee affidato ad artisti, tecnici e ricercatori di alto livello.
La presentazione del catalogo Palinsesti è stata affidata a Riccardo Caldura, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, con la progettazione scientifica di Luca Pietro Nicoletti dell’Università degli Studi di Udine, che confermano lo sforzo culturale di San Vito al Tagliamento nel diventare un punto di riferimento per l’Arte contemporanea del nostro territorio.
Palinsesti Festival, quest’anno dedicato all’arte e alla fotografia, viene ora supportato dalla pubblicazione di tre quaderni che raccolgono ampie e diversificate esperienze culturali.
Nell’antico Ospedale di Santa Maria dei Battuti è stato presentato il progetto espositivo del milanese Silvio Wolf. I Nomi della Luce. Rivelazione e Occultamento dell’Immagine, curato da Alberto Vidissoni, una grande installazione ambientale concepita ad hoc attraverso un percorso immersivo che reinterpreta gli spazi, lungo tutti i piani dell’edificio, affrontando un dialogo tra antico e contemporaneo quasi surreale.
Al piano terra del Castello si è conclusa la mostra fotografica Paesaggi umani, realizzata dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e curata da Gianni Gosdan.
Il progetto è stato realizzato in seguito ad una campagna fotografica di ritratti “posati”, realizzati sotto la Loggia comunale, che ha generato degli scatti meditati, studiati nell’estetica con luci e meticolosa preparazione tecnica in contrasto con l’immediatezza dei selfie custoditi nei nostri cellulari.
Gli stessi spazi hanno in seguito ospitato una personale di Andrea Kvas, curata Giada Centazzo con Michele Tajariol, che nella scorsa edizione si era aggiudicato il premio In Sesto con l’opera dal titolo Miriade. Si tratta di un intervento pittorico che ha coinvolto la comunità sanvitese e che quest’anno ha presentato, sempre con la curatela dell’artista, delle tavole di grandi dimensioni frutto dei laboratori di produzione pittorica con i bambini delle scuole dell’infanzia “Gianni Rodari” e “Don Antonio D’Andrea”.
Infine all’Essiccatoio Bozzoli, la personale di Roberto Kusterle, curata da Antonio Garlatti. Il fotografo-artista goriziano propone al pubblico un ampio repertorio di lavori tratti dalla serie Cartacei (2019-2022). Ogni immagine è generata dalla scansione e sovrapposizione di varie tipologie di carte che evidenziano i segni del tempo proponendo il pensiero di Kusterle, che non garantisce certezze ma suggerisce continue trasformazioni, metamorfosi, cambiamenti radicali.
Apertura mostre: fino al 12 gennaio, sabato e domenica 11-13 e 14.30-18.30. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto