Cinema, O Fiume o Morte! L’impresa di D’Annunzio tra storia e finzione

Il regista Igor Bezinović presenta il suo film oggi in Friuli. L’opera ha vinto un premio al Festival di Rotterdam

Paolo Lughi

La prima notizia è che per la prima volta un film croato, “Fiume o morte! ” del 40enne Igor Bezinović (formatosi all’Accademia d’Arti Drammatiche di Zagabria) ha vinto pochi giorni fa il massimo premio, il Tiger Award, al prestigioso Festival di Rotterdam. Ovvero una delle manifestazioni storiche del cinema indipendente internazionale dove, ad esempio, nel 1999 un certo Christopher Nolan aveva vinto col suo film d’esordio “Following".

La seconda notizia, come si evince dal titolo, è che la storia trattata nel film – fra documentario e finzione, satira e tragedia – riguarda un episodio celebre ma forse mai abbastanza approfondito di queste terre di confine. Ovvero la controversa occupazione per sedici mesi, dal 1919 al 1920, della città di Fiume da parte di Gabriele D’Annunzio coi suoi legionari. E infatti il lavoro di Bezinović è girato, oltre che per la maggior parte a Fiume, anche brevemente a Venezia, Ronchi, nota tappa del viaggio del poeta-soldato, e a Trieste, con la recente inaugurazione della sua statua. In più il film, oltre che dalla croata Restart e dalla slovena Nosorogi, è coprodotto anche dalla friulana Videomante, e fra i sette fiumani che interpretano ironicamente D’Annunzio in questo originale documentario, c’è anche Andrea Marsanich, storico corrispondente del “Piccolo” dal capoluogo quarnerino.

Su “Fiume o morte! ” abbiamo sentito al telefono il regista e sceneggiatore Igor Bezinović, in arrivo in Italia per accompagnare le proiezioni del suo film oggi, mercoledì 19, a Udine (Visionario, 20.30) e Pordenone (Cinemazero, 20.45).

Questa affermazione a Rotterdam è stata per lei una sorpresa?

«Non speravo nulla, ero già felice di essere in competizione per il Tiger. Però immaginavo che ai selezionatori il film fosse piaciuto, perché già a luglio avevo ricevuto l’invito. “Fiume o morte! ” ha vinto anche il premio della Fipresci, ha ottenuto uno dei punteggi più alti dal pubblico ed è stato ben recensito da Variety, Screen Daily e Hollywood Reporter. Ma lo considero un successo immenso soprattutto per il cinema croato, che sta vivendo un buon momento. Oltre ad avere una tradizione nel cinema d’animazione, la Croazia è ora in corsa per l’Oscar con il corto live-action “The Man Who Could Not Remain Silent” di Nebojsa Slijepcevic».

Viste l’epoca e le tematiche trattate, qualcuno al Festival ha accostato il suo film alla recente serie “M"?

«Per la verità no, però ho guardato quasi tutta la serie di Joe Wright (mi mancano solo due puntate), e sono contento che oggi possano essere prodotti e visti film così».

Lei è fiumano, ma quando è scoccata la scintilla di voler raccontare il passato della sua città?

«Quando avevo vent’anni mi sono accorto che non sapevo nulla di quella vicenda, che non veniva insegnata nella scuola croata che avevo frequentato, al contrario delle quattro scuole elementari e del liceo italiani. Così ho capito che dovevo ricostruire l’episodio per me e per tutti i fiumani con un punto di vista educativo. Anche se non era facile, perché si tratta di una storia complessa».

Come ci è riuscito?

«Con tanto tempo impiegato innanzitutto, una decina d’anni di ricerche e pianificazione. E poi con tre direttrici: cronologia rigorosa dei fatti, materiali d’archivio (sono diecimila solo le foto dell’episodio) e confronto diretto con gli storici. Le fonti dovevano essere lette, perché c’erano troppe interpretazioni».

Quali sono state per lei le principali novità emerse?

«Ho notato che, da anni, nei media italiani si ripetono spesso elementi come l’uso della cocaina o il nudismo. Situazioni chiamiamole “di avanguardia”, che in precedenza avevano fatto vedere l’occupazione di Fiume come una sorta di Woodstock ante-litteram. Invece ho capito un po’alla volta che erano più importanti gli elementi di protofascismo».

Il film è già stato proiettato a Fiume?

«Con una folla entusiasta che ha applaudito più volte durante e dopo la visione, e con nuove proiezioni programmate già esaurite». —

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