Conquista Pintus, «figlio di madre Satana»

Il comico trionfa a Gorizia con il suo straripante show “50 sfumature...”. Ragazzini in delirio
Bumbaca Gorizia 23.10.2014 Teatro Verdi serata inaugurale Pintus Fotografia di RobyMarega
Bumbaca Gorizia 23.10.2014 Teatro Verdi serata inaugurale Pintus Fotografia di RobyMarega

GORIZIA. Per chi non lo sapesse, il comico Angelo Pintus è una vera calamita per ragazzini. Sa come prenderli, racconta storie su mamme e maestre, parla delle piccole e grandi sfide prepubere. E, a chiudere, regala a tutti un autoscatto con il pubblico alle spalle. In pratica, il ben noto selfie che pare ormai tutti vogliano, prova fugace e sempiterna per le lande del web. In sintesi, un trionfo. Probabilmente anche per questi motivi l'altra sera al Teatro Verdi di Gorizia l'attore è stato accolto da un boato, esagerato anche per una prima. Si è imposto in mezzo a un lungo applauso d'esordio e motivetti techno-pop su un palco essenziale tutto centrato su di lui. La stagione del Comunale si apriva così tra le sue 50 sfumature di Pintus, un modo per proporre sé stessi frizzante, semplice, simpatico. In realtà, più che 50 nuances sono 120, date le tante repliche richieste a livello nazionale. Il ragazzo, anche se ha 39 anni, ha un certo brio e si pone come uno di noi, (ok, forse come uno di loro a seconda delle prospettive). Non sbaglia, non scade, condivide ampie dosi di sentimento e umanità. Qualche volta strizza un po' troppo l'occhio all'animazione turistica ma pare proprio bravo. Una parte del repertorio scandaglia le sue origini: francesi, sarde, triestine d'adozione. Unico neo, dopo un'ora e mezza potrebbe stancare un parterre più adulto, ma i nati dal 2000 in poi sono tutti dalla sua. Lo spettacolo scorre tra infiniti parallelismi, dalla sua infanzia e quella degli altri e ritorno. Colpiscono i tanti riferimenti su sua madre, spesso paragonata a Satana e contestualizzata in un set di film horror. Tanti poi i riferimenti a una certa subcultura popolare, che dovrebbero aver colto anche i più anziani. Uscendo dalle parodie scolastiche, si è parlato tanto di tv, dato poi che Pintus viene da là, professionalmente. Come su Colorado, riappare l'imitazione di Bruno Pizzul, unica concessione a una certa friulanità dato che la presenza a Gorizia ha garantito ben più battute in triestino, (se è furbo come sembra, non si dovrebbe ripetere a Udine, dove passerà il suo spettacolo). Carine anche le demolizioni di Adam Kadmon (per l'esoterismo catodico spicciolo) e di X-Factor. Indimenticabile il ricordo di Morgan che si lancia sul pubblico e questo si apre, come il Mare Rosso di biblica memoria, lasciandolo precipitare a terra. Per finale, una struggente Mad world dei Tears for fears interpretata da Pintus, uno di quei pezzi che se non ti piace probabilmente sei sordo, in malafede o tutte e due le cose insieme. E poi, una volta chiuso il sipario, altre foto...

Emanuela Masseria

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto