Da Alex Drastico a Frengo, i Personaggi di Albanese che debuttarono a Udine
L’attore e regista in scena venerdì e sabato a Pordenone. Dai primi spettacoli teatrali alla televisione e al cinema

Quando Antonio Albanese non era ancora interamente circumnavigato dalla popolarità, arrivò a Udine portandosi dietro il suo show “Uomo”, che lui stesso srotolò in un teatrino di periferia. Un pubblico scarso lo osservava con curiosità. A fine performance i pochi della platea si resero conto del valore teatrale del giovanotto che poi fu identificato come un cabarettista di Lecco con i genitori siciliani. Quella sera un suo alter ego in particolare, tale Epifanio, scaldò i cuori con la sua tenerezza e originalità.
Dai primi Novanta al marzo 2025, Antonio non ha mai smesso di crescere, imponendosi in tutte le discipline olimpiche dello spettacolo: la sua lunga resistenza teatrale ha una spiegazione nel diploma che sta appeso su uno dei muri di casa, ovvero quello della Paolo Grassi di Milano, illustre scuola della tradizione italiana.
Albanese, dopo aver passeggiato lungamente in regione in questi ultimi decenni, tornerà al Verdi di Pordenone venerdì 28 e sabato 29 (alle 20.30) con una performance in cinemascope: “Personaggi”, analisi dettagliata delle sue maschere popolari che tanto hanno donato all’italico e triste popolo.
Spiace dirlo, ma il Verdi annuncia il sold out. La speranza, però, non muore mai.
Il suo superpotere è la gestualità. Già. Epi, Pier Piero, Frengo e Alex Drastico con il roteare della braccia in perfetto sincrono col resto del corpo, hanno inciso non poco nel mondo trafficato delle marionette. In “Uomo d’acqua dolce”, il suo primo film del 1997, Antonio improvvisa un balletto in un negozio di dischi. Ricordate? La potenza di quella danza ci travolge ogni volta che la rivediamo. Potremmo dire che la scena rappresenta l’essenza della sua energia comica.
Qualsiasi carriera, per raggiungere la gloria, deve confidare in una secca miscellanea di talento e di opportunità, quest’ultima rappresenta il momento perfetto, utile anche a chi di stoffa ne ha parecchia. I due privilegi devono stare assieme, presi da soli non valgono un granché.
Albanese fa in fretta ad assicurasi il futuro e finisce nel cast di “Su la testa!”, 1992, scorribanda comica capitanata da Paolo Rossi e con i deb Aldo Giovanni e Giacomo, Lucia Vasini, Angelo Colacchione, Cochi Ponzoni, Maurizio Milani, Bebo Storti e Gianni Palladino in onda su Raitre. Successo esplosivo. Una sorta di “No Stop” degli anni Settanta catapultato nei Novanta, contenitore geniale che battezzò Troisi, Arena, I Gatti di vicolo miracoli e Carlo Verdone.
Essere un individuo schivo, o per meglio dire riservato, ecco, è un marchio del quale — immaginiamo — lui ne vada fiero. La sua popolarità è assai elevata e per i meccanismi contemporanei che richiedono l’artista sempre al centro dell’universo, Antonio è indubbiamente un caso all’opposto. L’utilità del sistema è più utile a chi ha bisogno dei social per esistere veramente.
La televisione è stata una preziosa alleata del giovane Antonio, soprattutto una trasmissione: “Mai dire gol”, nel tempio del calcio e dell’ironia fresca dei Gialappi, Erano stagioni di vacche grasse, non esisteva ancora quel senso di precarietà che oggi è dominante. Si creava lasciando tracce. Uno come Frengo te lo puoi forse scordare? Macché. Ora Zelig vive più di ricordi che di presente. Cetto pigliò forma e sostanza nel salottino di Fazio, è il prototipo del politico che tiene una faccia come un’altra zona posizionata nella parte medio bassa del corpo. E in sala avrà la sua consacrazione.
Anche il cinematografo, appunto, diventerà un’espressione decisiva. Il teatro resta un caposaldo irrinunciabile per Albanese.
Tornando allo schermo grande, Mazzacurati gli diede visibilità con “Vesna va veloce” e ancora con “La lingua del santo”, commedia che dividerà con Fabrizio Bentivoglio. Quindi l’attore entrò nel mirino di Avati, Soldini, Amelio, una miscellanea di espressioni dal comico al tragico, che Albanese ha sfoggiato con inclinazione.
Proficua fu l’intesa con la Cortellesi (“Mamma o papà?” e “Come un gatto i tangenziale”) e di gran successo l’ultima trilogia filmica, pur non avendo alcun interesse in comune fra loro: “Grazie, ragazzi”, “Cento domeniche” e la godibilissima commedia con Virginia Raffaele, “Un mondo a parte”.
“Personaggi”: 28 e 29 marzo al Verdi di Pordenone.
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