Da Aquileia nel mondo: il Friuli ora può intonare il suo “inno nazionale”

VALVASONE ARZENE. Era tinto di blu, domenica 8 aprile, il comune di Valvasone Arzene per le celebrazioni della Festa della Patria del Friuli.
Lungo le strade, dai balconi, dalle terrazze, la bandiera di pace con l’aquila araldica d’oro in campo azzurro, ha dato colore ai festeggiamenti nella ricorrenza dei 941 anni dalla fondazione dello Stato patriarcale.
Sono trascorsi secoli - era il 3 aprile del 1077 – da quando Enrico IV di Franconia con apposita bolla donava per il fedele servigio la contea del Friuli al Patriarca Sigeardo, e questa data rimane per la comunità friulana un punto fermo e fondante, per ricordare, proseguire e riflettere intorno alla condizione identitaria del popolo friulano.
Ma c’era un motivo in piú per celebrare la nascita della Patria del Friuli: è stato infatti scelto un inno – versi di Renato Stroili Gurisatti, musiche di Valter Sivilotti –, tra i tanti che hanno partecipato a un concorso promosso dall’Arlef con il concorso delle più autorevoli rappresentanze della friulanità e con l’apporto del Messaggero Veneto. S’intitola “In alt o fradis” di cui diremo.
Una festa, quella della Patria del Friuli, iniziata nel 1977 – a un anno dal terremoto – grazie alla volontà di un intellettuale quale Pre Checo Placereani e curata per quasi quarant’anni dall’Istitût Ladin Furlan omonimo. Da tre anni il testimone è passato all’Agenzia regionale per la lingua friulana (Arlef) che prosegue e alimenta i significati di questa ricorrenza con diversi eventi collaterali, più di cento.
La festa è iniziata con il corteo di partecipanti e autorità diretto dalla piazza del Municipio verso la Chiesa di San Michele ad Arzene accompagnato dalla Filarmonica di Valvasone.
Dopo la messa, celebrata dal delegato del vescovo di Concordia-Pordenone Daniele Rastelli e da pre Italico Gerometta nelle lingue minoritarie del Friuli, gli “scampanadours di San Laurins” hanno suonato le campane a festa mentre i numerosi partecipanti si sono diretti all’auditorium della scuola Erasmo da Valvasone per la cerimonia condotta da Eugenio Busolini.
Dopo la lettura della bolla imperiale da parte della compagnia teatrale Arc di San Marc di San Martino al Tagliamento, sono intervenuti il sindaco di Sappada Manuel Piller Hoffer, comune friulano che aveva ospitato la Fieste de Patrie l’anno scorso; e il sindaco di Valvasone Arzene Markus Maurmair, con lo scambio della bandiera.
Hanno poi parlato il presidente della Società Filologica Friulana Federico Vicario, il presidente dell’Arlef Lorenzo Fabbro, il presidente dell’Assemblea della comunità linguistica friulana Diego Navarria, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop e il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello.
Unanimi i loro interventi nel considerare questa una festa nazionale del Friuli, un’occasione per tenere assieme un popolo che si riconosce nell’autonomia e in un’identità multiculturale unica, ricca di storia e valori fondanti.
Momento particolarmente atteso è stata, come si è detto, la proclamazione del vincitore del concorso per l’Inno della Patria del Friuli, annunciato dal direttore Arlef William Cisilino.
Si è imposto dunque “In alt o fradis”, di Valter Sivilotti su testo di Renato Stroili Gurisatti. Alla chiamata hanno risposto, in forma assolutamente anonima come richiesto dal bando, ben dieci compositori e autori, un numero rilevante vista la tipologia di concorso che richiedeva indubbie competenze compositive e conoscenze riguardo alla storia e agli elementi caratterizzanti il Friuli.
La giuria ha annoverato come presidente uno dei più illustri compositori italiani contemporanei: Azio Corghi. Con lui il direttore dell’Arlef William Cisilino, la professoressa Chiara Vidoni e, come musicologi, Marco Maria Tosolini e chi vi scrive.
Dopo attenti ascolti e analisi, considerata l’alta qualità dei lavori pervenuti, a trovare il favore unanime della giuria è stato l’inno distinto dal motto “Carpe Diem”, dietro cui si sono infine scoperti i nomi di Valter Sivilotti, autore della musica, e Renato Stroili Gurisatti, autore del testo.
Un inno nel vero senso della parola, di grande impatto ed efficacia, da mettere la mano sul cuore per il canto ispirato, dove «la musica e il testo si integrano a vicenda, attraverso una scrittura vocale e strumentale di ampio respiro e di potente slancio sonoro», come riporta la motivazione.

(*musicologo e tra i selezionatori dell’inno)
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