Da Marzuttini a di Brazzà: quei pionieri che sorvolarono il Friuli centodieci anni fa

Lucia Burello
Sono passati centodieci anni da quando Udine, con piglio pioneristico, nel febbraio del 1910 organizzò una delle prime manifestazioni aeree in Europa. A quei tempi l’aviazione era considerata uno sport agli albori, ma la nostra regione già vantava il suo fuoriclasse. Si trattava del pittore Giovanni Battista Marzuttini di Fauglis, mente vivace, primo costruttore di aerei e primo pilota della “Patrie”. Fu sua, infatti, l’idea della “Settimana udinese dell’aviazione”.
La città è in fermento; aeroplani dal vero nessuno li ha mai visti. Sotto agli ombrellini, invece, fremono elettrizzate le signorine bene, più attratte dagli “uomini volanti” che dai motori. Se poi tra questi arditi, giunti da tutta Europa, c’è anche il bel conte Francesco Savorgnan di Brazzà, neofita del volo, c’è da perdere la testa. “Il conte di Brazzà – enfatizzano le cronache – sarà accolto con la più schietta simpatia da parte della cittadinanza, la quale sarà lieta e fiera di poter avere una settimana dedicata a questi superbi uccelli”. Ma ciò che interessa maggiormente ai gentiluomini, è l’aereo che, pare, Marzuttini stia segretamente costruendo in un hangar a Sant’Osvaldo. “L’aeroplano è quasi ultimato. – spifferano i giornalisti – È stato costruito secondo il tipo Bleirot, però con un’innovazione al centro e sotto-centro di gravità per ottenere l’equilibrio anche in caso di eventuali guasti. Nell’aeroplano potranno prendere posto due viaggiatori più l’aviatore. Il costruttore è convinto di raggiungere una velocità massima di 125 km orari. Il motore tipo Anzani sarà in parte modificato. L’affusto dell’aeroplano è in tubi di ferro e assi di legno; le ali in tela di vela e i tiranti in corda metallica. Avrà tre ruote per lo slancio di partenza e s’innalzerà dopo circa 50 metri di percorso”.
«Che l’aria possa essere un campo di allori per il primo aeroplano friulano! – augura Francesco Savorgnan di Brazzà – So quanto questa città s’interessi della nuova scienza e al signor Marzuttini non posso fare di meno che rivolgere i miei più fervidi auguri di riuscita».
«Posso dirvi che le mie esercitazioni sono giunte a così buon punto – spiega di Brazzà alla stampa locale – da decidermi di continuare sistematicamente nella scuola di “Uomo volante”. L’aviazione, malgrado i suoi recenti grandissimi progressi, resta sempre uno sport pericoloso e bisogna procedere con calma e prudenza».
Nella competizione udinese, di Brazzà userà un leggerissimo Santos-Dumont Demoiselle. «Ha il vantaggio di essere rapidissimo. – spiega – Si può raggiungere la velocità di 90 km all’ora. Queste macchine, però, hanno il difetto, date le loro piccole dimensioni, di non poter portare a bordo che una quantità limitata di benzina, 45 litri, sufficienti, data la potenza del motore di 30 cavalli, a mantenersi in aria una cinquantina di minuti. Se ciò è sufficiente in un concorso di velocità, non basta in uno di resistenza».
Sebbene agli esordi, il Savorgnan è già un conteso avventuriero del cielo. I salotti lo reclamano e dopo la manifestazione udinese sarà ospite del barone Leonino da Zara, che ha messo a sua disposizione l’aerodromo di Bovolenta, poi sarà a Padova e a Roma dove, impaziente di ricevere lezioni di volo, lo attende il principe Scipione Borghese. Il tour del conte proseguirà in Piemonte e in numerose città estere.
«E a Udine, ci tornereste?» è la domanda d’obbligo dei cronisti friulani.
«Certo, volentieri, se ciò mi riuscirà possibile. Udine è una città a cui sono legato dal più vivo sentimento di simpatia, potendomi considerare, per i lunghi anni che vi ho risieduto, quasi udinese». —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto