Da Udine a Washington il Crocefisso del Canova
Parte oggi per gli Usa il modello realizzato in terracotta. Un pezzo quasi sconosciuto custodito ai Civici musei

Parte oggi per Washington dai Civici Musei di Udine un pezzo quasi sconosciuto di Canova. È una delle opere giovanili dell’artista, un modello in terracotta di un Crocefisso, che approderà a giugno in una mostra fondamentale: “Canova: Sketching in Clay” alla National Gallery of Art di Washington (11 giugno - 9 ottobre), per poi proseguire al Chicago Institute of Art (19 novembre - 18 marzo 2024). La notizia è assai ghiotta se data proprio oggi, nella Giornata Internazionale dei Musei.
Procediamo con ordine. È tempo, ancora prima del Covid, che C. D. Dickerson III, capo della sezione scultura della galleria di Washington, investiga con Emerson Bowyer, esperto di pittura e scultura di Settecento e Ottocento del museo di Chicago, sulla mappatura dei capolavori del Canova. Il fine è una mostra per celebrare i duecento anni dalla morte dell’artista (lo scorso ottobre).
Ed è lì che ci siamo anche noi! Tra trentasette terracotte presenti, compare infatti la nostra piccola e preziosa scultura in argilla, restaurata -brillantemente – per l’occasione da Emanuela Querini a spese degli americani, “conditio sine qua non” per il prestito, giustamente dettata dai musei udinesi. L’opera, dopo la legittimazione americana, tornerà a casa come “gran regina”, con attribuzione certificata autorevolmente (dal restauro è emersa una vecchia firma alla base dell’opera ma è apocrifa).
I curatori sono venuti personalmente a Udine, e prima ci avevano mandato un restauratore a visionare il crocifisso. Aggiungiamo che Dickerson non è nuovo al tema: nel 2013 aveva lavorato con successo, con apposita esposizione, sui bozzetti preparatori e i modelli più rifiniti in terracotta creati da Bernini. Questo per dire che la scultura italiana va alla grande nei musei americani, ma già lo sapevamo. L’arte tutta di casa nostra è un vanto oltre l’Oceano. Qualche ora fa a New York all’asta di Sotheby’s è stato venduto una natura morta di Giorgio Morandi a un prezzo importante (con apposita diretta su Facebook).
La domanda è: come mai gli americani erano a conoscenza del piccolo crocefisso, esposto brevemente nel nuovo allestimento della Pinacoteca del Castello poco prima dell’evento dedicato a Giovanni da Udine e in precedenza molto di rado, anche perché visibilmente artefatto dagli interventi di restauro del 1932? La risposta è in un libro. Galeotto è un catalogo in italiano, uscito nel 1976 per i tipi di Rizzoli, sull’opera omnia di Canova a cura di Giuseppe Pavanello, che cita il crocefisso. È questo il lavoro consultato scientificamente dai colleghi, in preparazione della mostra.
E ulteriore quesito: perché ce l’abbiamo noi il crocefisso? Lo citiamo con orgoglio. Eh sì, i civici musei italiani hanno inizi virtuosi. Sarebbe stato Antonio Canova stesso a regalarlo a un nostro concittadino, artista pure lui: il pittore Giovanni Battista de Rubeis (Tarcento 1743 – Udine 1819). Si dice che Canova realizzò il bozzetto in argilla nel 1806, chissà, forse lo realizzò proprio in città; comunque sia, fu il figlio del de Rubeis, Sebastiano, che nel 1830 vendette il Crocefisso. Lo comprò l’abate aquileiese Giovanni Battista Del Negro, il quale per fortuna, per quel bel giro virtuoso di mecenatismo e buone azioni, donò l’opera al Comune di Udine nel 1875. E da quella data qui è rimasto. Questo è ciò che emerge dalla scheda del bene, conservata al museo.
E quali saranno le altre opere italiane presenti a Washington dall’11 giugno? Ovviamente arrivano dalla Gipsoteca di Possagno, e poi dai musei di Strada Nuova di Genova e dai Civici Musei di Bassano del Grappa. Oltre alle trentasette terracotte, compariranno sette gessi e tre grandi marmi. Ora con il restauro targato 2023, il Crocefisso canoviano di Udine prenderà la giusta via verso la verità e sarà finalmente possibile leggere l’opera e compararla con disegni, bozzetti e modelli, sia in terracotta e con gessi e marmi, di quel talentuoso artista che è stato Antonio Canova, orgoglio italiano.
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