Dacia Maraini: «I grandi cambiamenti nascono dalle idee»

Fabiana Dallavalle



Non è solo una questione di scrittura, sempre innervata su una chiara posizione femminista e un impegno civile mai negoziabile, come anche i suoi numerosi interventi e contributi giornalistici mostrano, ma soprattutto una questione di sguardo sulla vita. Dacia Maraini, autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, modello di intellettuale mai silente capace di intercettare e occuparsi di temi sociali legati all’infanzia e alla vita delle donne, sarà la protagonista, domani venerdì 25 alle 21, al CinemaCity di Lignano, di un incontro in presenza, in occasione del conferimento del Premio Hemingway 2021, per la sezione Letteratura, “per i suoi romanzi – recita la motivazione - capaci di avvolgere i fili di storie affascinanti e tempestose, con una immaginazione che spesso si fa più viva della realtà e diventa estensione armonica delle voci di donne inquiete e coraggiose. Personaggi che con il loro amore possono illuminare le nostre vite, nella concreta ricerca di una emancipazione dello sguardo, per un incontro con l’altro che possa finalmente cambiare le regole del gioco”.

Al Premio, Dacia Maraini dialogherà con il direttore artistico di pordenonelegge, Gian Mario Villalta intorno al tema “Amata scrittura”. Ieri un primo assaggio, alla presenza di Gian Mario Villalta, Alberto Garlini, presidente di giuria del Premio Letterario Hemingway di Lignano Sabbiadoro e dell’assessore alla cultura del comune di Lignano, Ada Iuri. Una ricognizione sulla scrittura “forma di gentilezza che evita la violenza”, e sull’ultimo libro della scrittrice “Una rivoluzione gentile. Riflessioni su un Paese che cambia (Rizzoli), dove la gentilezza «non è la cortesia – chiarisce Maraini – ma una visione del mondo in cui si cerca di eliminare la violenza per credere nella ragione. Tutti i grandi cambiamenti nascono dalle idee che “non sparano”, ma viaggiano. Le armi arrivano quando le idee si scontrano».

La gentilezza come pratica quotidiana, può dunque tracciare un presente di cui andare orgogliosi, specie se illuminata dai valori irrinunciabili dell’Umanesimo «che mettono al centro l’uomo, la sua sacralità e dignità, e le sue libertà fondamentali, di parola, pensiero, movimento».

Nel libro che racchiude sette anni di riflessione apparse sulla stampa nazionale insieme ai temi cari all’autrice, la lotta contro la violenza e i femminicidi, i rapporti delle donne con la Storia e il patriarcato, la maternità, la libertà di pensiero e le sue contraddizioni, si intersecano l’attenzione alla salvaguardia dell'ambiente, dell'acqua, delle piante, degli animali, senza dimenticare la solidarietà tra le generazioni e tra classi sociali diverse, e il valore dei progetti universali. Infine Hemingway a cui è dedicato il premio: «Ho cominciato con leggere “Addio alle armi” e poi tutti i suoi libri. I Racconti sono per me i più belli. L’unica cosa che non condivido la sua passione per la caccia. Certo ai suoi tempi era una sfida, oggi è una pena di morte». A sottolineare che le cose cambiano, che bisogna evolvere, usare la ragione, esercitare la gentilezza, sempre. —

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