Dalla Ragione tra i frutti antichi e ritrovati «La pera fiorentina, “sa” di Rinascimento»

Chiederle quale sia la creatura verde a lei più cara non si può («Capite? Sarebbe come dire a una mamma di indicarle il figlio preferito!»), ma se si vira sull’elemento gratificazione allora sì, la...
Udine 27 Gennaio 2017. Premiati Premio Nonino 2017. © Petrussi Foto Press
Udine 27 Gennaio 2017. Premiati Premio Nonino 2017. © Petrussi Foto Press

Chiederle quale sia la creatura verde a lei più cara non si può («Capite? Sarebbe come dire a una mamma di indicarle il figlio preferito!»), ma se si vira sull’elemento gratificazione allora sì, la selezione è fattibile: «C’era una volta una pera. La pera fiorentina», esordisce Isabella Dalla Ragione, archeologa arborea (e la definizione, coniata da papà Livio, non è solo carica di suggestione, è proprio calzante) che del salvataggio delle specie in via d'estinzione e degli antichi saperi contadini ha fatto la propria mission esistenziale. Parla di frutti e le brillano gli occhi. «Passione!», ammette il premio Nonino Risit d'Aur - Barbatella d’oro 2017, che si divide fra il “rifugio botanico” (alias l’azienda) che funge da quartier generale per il recupero degli alberi e delle essenze a rischio e le ricerche archivistiche, punto di partenza per qualsiasi sos vegetale. Ma tornando alla pera fiorentina: «Una prelibatezza cinquecentesca, citata in varie fonti. La davo per scomparsa. Finché un giorno, del tutto casualmente, in un posto che paradossalmente frequentavo da sempre ho scoperto che esisteva ancora. È stata una tale emozione!». E che dire, poi, del «persico di Papigno», pesca dal sapore storico: «Una principessa d’Inghilterra l’assaggiò, nell’Ottocento, durante una fuga dettata da ragioni amorose. Rimase conquistata: per anni il persico fu importato alla corte britannica. Ma era conosciuto e apprezzato anche a Parigi». Insomma: ricostruisce storie, Isabella Dalla Ragione, presidente della Fondazione Archeologia Arborea onlus. «Proprio come gli archeologi. Partendo da piccoli frammenti di memoria, solo apparentemente insignificanti, cerchiamo di salvaguardare un preziosissimo patrimonio di sapere rurale: perché - motiva - laddove si sono conservate le piante, spesso sono venute meno, o rischiano di farlo, le conoscenze relative». (lu.avi.)

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