Dalle montagne al mare sui sentieri dei pellegrini: tra natura e bellezza c’è l’emozione della vita

Oltre 200 chilometri attraverso paesi e luoghi da scoprire della regione Un viaggio a piedi raccontato giorno per giorno, tappa dopo tappa

Un cammino dalle montagne al mare. Da Sappada a Trieste. Questo mi accingo a fare. Attraversando la Carnia, scendendo per le valli del Degano e del Bût fino a Venzone e alle Prealpi Giulie, poi imboccando la valle del Tagliamento e raggiungendo Gemona, Artegna, entrando a Tarcento e camminando nelle Valli del Torre, giungendo a Cividale e sui Colli Orientali, percorrendo il Collio di Cormons e Gradisca, il Carso, avvicinandomi al mare a Monfalcone. Arrivando a Duino. Infine, Trieste.

Un sentiero lungo più di 200 chilometri. Si può fare. Basta mettere un passo dopo l’altro.

Così lo ha pensato Attilio De Rovere, che ne è l’ideatore e che, da guida alpina e cartografo per la casa editrice Tabacco, azienda di Tavagnacco leader nella produzione di carte topografiche dell’arco alpino, conosce in profondità il territorio del Friuli Venezia Giulia, i suoi sentieri e le sue montagne.

Attilio è anche un alpinista, che in passato ha scritto le fondamentali guide del Cai e del Touring Club sui monti d’Italia, assieme a firme ultracelebri come Berti, Buscaini e Castiglioni. Ma questo è un dettaglio. Perché De Rovere in questo caso ha studiato un cammino per tutti, che percorre il fondovalle ed entra nei paesi, senza dislivelli eccessivi.

Un cammino che segue - aggiungo io - le strade dei pellegrini, viandanti, mercanti e transumanti del passato e di ogni epoca, i quali hanno sempre seguito il principio di parsimonia, percorrendo le vie più brevi, e più facili, per spostarsi.

Vie che ora sono spesso sostituite da strade asfaltate, dove si viaggia solo in automobile. Ma per fortuna c’è chi coltiva ancora i sentieri, e per questi andrò.

La “Via degli Angeli” è un cammino che nasce per dare una risposta ai tempi ansiosi e difficili che stiamo vivendo, in cui anche il turismo deve sperimentare nuove esperienze di viaggio, che siano affini con le regole che ci impone il distanziamento sociale.

È per me un cammino di rinascita: ripartire da un viaggio a piedi, usando il mezzo di trasporto più naturale e più slow che ci sia, appare come il modo giusto per lanciare un messaggio di forza e consapevolezza nelle potenzialità della nostra regione, a favore di un turismo di prossimità, che colga occasioni nuove di scoperta e riscoperta della propria regione, attirando l’ampia e crescente fascia di camminatori sia locali ma anche di fuori regione e straniera.

La “Via degli Angeli” è un piccolo compendio delle bellezze del Friuli, da vivere almeno una volta nella vita, dormendo in alberghi e agriturismi ogni sera un località diversa e ripartendo la mattina per una nuova destinazione.

Dalle Dolomiti al Golfo di Trieste, dai paesaggi alpini a quelli mediterranei, l’esperienza di scoprire e riscoprire il Friuli Venezia Giulia a piedi offre meraviglie a ogni passo. A piedi poi, viaggiando al ritmo del nostro respiro: non c’è esperienza più bella.

Perché “Via degli Angeli”? Perché al centro del cammino c’è un ponte che ne ha ispirato il nome: è il “Ponte degli Angeli” di Torlano, così battezzato da Ippolito Nievo nel suo romanzo “Il conte pecoraio”, opera (imperdibile) che precede le celebri “Confessioni”. Ma gli angeli si manifestano a ogni tappa. Come in un gioco, ogni giorno se ne può scoprire uno. Affrescati nelle chiese, intagliati sugli altari, sui campanili a indicare il vento. Angeli dipinti da artisti famosi o sconosciuti. Angeli laici, letterari, leggendari: il ponte dell’angelo caduto (o “del diavolo”) a Cividale, a Duino gli angeli indifferenti alle vicende umane di Rilke e, ancora, l’angelo della Vittoria del faro di Trieste.

Racconterò questo cammino ogni giorno mentre lo percorrerò, con un articolo e con le foto di Ulderica Da Pozzo. Durante il percorso testerò la nuova app frutto della collaborazione fra la casa editrice Tabacco e le spin-off della Università di Udine InfoFactory e DataMind (progetto di innovazione tecnologica finanziato dalla Regione Fvg). Questo è un cammino sperimentale, è la prima volta che viene percorso nella sua interezza. Potremo trovare punti critici, sentieri non agibili: l’uragano Vaia, anche se è accaduto quasi due anni fa, ha messo a dura prova il territorio.

Nella descrizione della tappa, scaricabile on line, Tabacco indicherà i punti difficili che ho attraversato e le eventuali varianti.

Allora pronti via, si parte: buon cammino a me e a voi!


 

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