Dalle Stelle alle stalle

Di nuovo Ballando. Due uomini fanno coppia fissa e Mario Adinolfi si scatena su Twitter. Pessimismo e fastidio
10/03/2018. Roma. Auditorium Rai trasmissione televisiva Ballando con le Stelle, prima puntata. Nella foto Giovanni Ciacci e Raimondo Todaro
10/03/2018. Roma. Auditorium Rai trasmissione televisiva Ballando con le Stelle, prima puntata. Nella foto Giovanni Ciacci e Raimondo Todaro

Insistiamo a voler essere una nazione ridicola, nulla ci toglierà da dosso quelle movenze dinoccolate e incerte di chi è ben lontano dall’essere dignitoso.

D’altronde il cinema s’ispira alla vita e la vita alla Tv. Preciso. E se ci ostiniamo a scimmiottare lo schermetto piccolo piccolo, rimarremo dei sempliciotti a vita.

La centoseiesima serie di Ballando con le stelle ha cementato definitivamente la proverbiale fantasia italica. Non s’inventa più, ci si raggomitola su quelle quattro misere certezze dello spettacolo, fra l’altro ormai incancrenite come le mummie del museo egizio, piuttosto di ruggire con qualcosa di nuovo.

Figuriamoci.

I temerari della Rai non avrebbero coraggio nemmeno di mettere una nuvola in più nel meteo, per paura di intristire i gitanti della domenica.

Non sappiamo quando Ballando con le stelle cominciò a menare la rumba, ma a occhio e croce al tempo del primo governo Giolitti.

Dall’altra parte la De Filippi, pure lei con C’è posta per te, che sempre più emana lo stesso odore di una cassapanca del Cinquecento, regolarmente frega Raiuno con una bustona e fiumi di lacrime. Nessuna nazione in Europa può vantare un sabato televisivo così deprimente.

Non solo pessimismo e fastidio, anche polemica.

Giovanni Ciacci balla in coppia con Raimondo Todaro e Mario Adinolfi, presidente del Popolo della famiglie, dà in escandescenza su Twitter.

Capite che girano virus letali?

Politicamente e socialmente siamo una nazione mal ridotta e asmatica, però facciamo un casino della madonna se due povericristi ballano assieme e stiamo zitti e cucci di fronte a un bel cinquanta per cento di tasse che ci hanno reso tutti un po’ clochard.

Meritiamo l’inferno.

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