Davino, il fotografo subacqueo tra squali, piovre e banchi corallini

UDINE. Dalla riscoperta del patrimonio naturale alpino, all’esplorazione di un’altra dimensione, un mondo ammantato da dramma e poesia, popolato da creature bizzarre e meravigliose. Il mare sa essere dolce e spietato, teneramente affascinante e dannatamente crudele: giardino colorato o deserto tenebroso che non spalancherà mai, in nessun tempo e per nessuna generazione, la porta del mistero.
Il sesto continente è una grande bellezza che abbiamo il dovere di preservare, anche con lo strumento dell’immagine. Perché diffondere uno sguardo equivale a condividere un’esperienza, e soltanto con la condivisione delle esperienze saremo in grado di elevare la parte migliore di noi.
Michele Davino, 48 anni, udinese, è stato campione mondiale di fotografia subacquea nel 2013 ed europeo nel 2014 e, lo scorso settembre, a Lanzarote, ha capitanato la spedizione italiana che si è aggiudicata il titolo di Nazione campione del mondo 2019. Chiacchieriamo con lui, nell’attesa dell’incontro con gli Azzurri in programma sabato 16, alle 20.30, all’istituto Tomadini di Udine.
Domanda di rito: cosa l’ha spinta a iniziare quest’avventura
«Prima di tutto, l’amore per il mare mi ha spinto a diventare subacqueo. Poi, il desiderio di portare con me un ricordo delle emozioni subacquee mi ha spinto a prendere in mano la macchina fotografica (al tempo a pellicola) della mia inseparabile moglie Sonia.
Da quel momento, non ho fatto più immersioni senza la macchina fotografica, sempre alla ricerca qualcosa di nuovo, trascorrendo notti insonni a pensare a nuove tecniche e a situazioni particolari da immortalare».
La fotografia subacquea ha un importante rilievo dal punto di vista dell’educazione ambientale: troppe persone non conoscono nulla del mondo marino e i problemi della sua tutela?
«Certamente il fotografo subacqueo deve avere piena consapevolezza di questo ruolo. Ha l’opportunità di far conoscere un mondo nuovo alla maggior parte delle persone – probabilmente la sua parte più bella e colorata – confidando che questo aiuti a sensibilizzare tutti nella tutela di un mondo che troppo spesso ci appare inaccessibile».
La più grande per un bravo fotografo subacqueo?
«Anzitutto deve essere un bravo subacqueo. Con questo presupposto, sarà senz’altro più agevole cimentarsi negli aspetti tecnici e nella ricerca dei soggetti. Sarebbe poi opportuno un corso di fotografia subacquea, che consenta un valido approccio tecnico: per esempio, i colori dopo i primissimi metri vengono gradualmente assorbili ed è indispensabile l’uso dei flash.
Senza dimenticare un’approfondita conoscenza biologica degli ambienti in cui ci si immerge, per poter ritrarre ogni creatura nella situazione più accattivante e caratterizzante, con il dovuto rispetto».
Tra i tanti, possiamo menzionare un incontro e, di conseguenza, la foto più emozionante?
«Come tanti fotografi ho avuto la fortuna di fare moltissimi incontri emozionanti (squali, coccodrilli, leoni marini, mante, delfini), ma a pensarci bene, essendo un po’romantico, l’incontro più emozionante è stato quello che mi è valso il titolo di campione mondiale nel 2013, a Cuba. Grazie a una zavorra particolare che mi ha consentito di affrontare una brutta risacca, ero riuscito a immortalare una curiosissima bavosa che si era messa in posa dalla sua tana nel corallo rosa».
Come funziona la competizione mondiale?
«Ogni anno vengono organizzate dalla Fipsas (federazione affiliata al Coni) le gare selettive per la qualificazione al campionato italiano che si tiene a settembre o ottobre. Ogni 2 anni si svolge il Campionato Mondiale a cui ogni nazione può partecipare con 2 team.
Nelle due giornate di gare, vengono svolte 2 immersioni al giorno, ognuna di 90 minuti, e al termine delle due giornate di gara, ogni team deve presentare 5 foto, una per ogni categoria, tra cui i pesci, le immagini macro e l’ambiente con modella. Una giuria internazionale determina le classifiche, per ognuna delle quali viene premiato il vincitore con la medaglia d’oro. La somma dei risultati dà il campione del mondo». —
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