Dentro la natura selvaggia: Gianni Borta espone a Casa Moderna
Le opere dell’artista udinese da sabato 30. «I colori sono la lingua universale del futuro»

Dentro la natura selvaggia con la rassegna dell’artista udinese Gianni Borta che viene presentata in occasione dei 70 anni della Mostra della Casa Moderna, che aprirà i battenti sabato 30 nel quartiere fieristico.
«È una nuova definizione dello spazio pittorico – afferma Gianni Borta – la pittura supera i confini della tela, abbandona il suo perimetro per pervenire ad uno stato emotivo che coinvolge lo spettatore che incantato dalla bellezza dell’opera la lascia entrare in sè e si sente trasformato anche fisicamente.
La pittura non è chiusa dalla superficie della tela ma ingloba la distanza di separazione dall’osservatore facendolo partecipare alla vitalità e all’energia dell’atto creativo che non viene disperso. I colori saranno la lingua universale del futuro e meglio se accompagnati dalla musica. Lo pensava Kandinskij, che associava i colori alle note musicali ed aiutava gli uomini a sentirne le voci».
Un viaggio dentro la pittura grazie alla collaborazione con la ditta 4 Dodo di San Giorgio di Nogaro che propone un sistema all’avanguardia di videoproiezione immersiva ed interattiva: le tecnologie perlustrano, modificano, amplificano i colori del quadro pur conservando l’arte-anima con cui l’artista li ha realizzati e danno l’illusione di partecipare al processo della creazione modificandone anche le forme. Il tutto sarà accompagnato da melodie al pianoforte e suoni ambientali. Le fotografie sono di Bruno Mauro.
Nella rassegna che si estende per 120 metri quadri ci sarà anche l’odore dei tubetti a olio attraverso una serie di opere che rendono l’artista interprete e testimone di ciò che succede nella società in cui opera attraverso il linguaggio dell’arte.
Gianni Borta con oltre sessanta anni di attività artistica interpreta quella rassomiglianza fra l’uomo e l’opera al cui centro è la natura.
Con un omaggio ai girasoli della straordinaria pittrice Maria Prymachenko, coetanea e amica di Picasso; l’assalto delle truppe russe verso Kiev si consumò con la distruzione del museo di storia locale di Ivankiv e bruciando 25 opere raffiguranti i girasoli della grande pittrice nife nativa del posto.
Borta presenta i suoi girasoli molto diversi nella tecnica: un espressionismo-informale a fronte di una tecnica (quella dell’artista ucraina) che assorbe la tradizione ortodossa slava, «ma entrambi contenenti un messaggio di solidarietà e speranza».
È bene ricordare che il rapporto tra Gianni Borta e Casa Moderna ha radici lontane: nel 1967, e nei quattro anni successivi, nei corridoi della scuola di via Dante, allora sede della Mostra, Gianni Borta aveva partecipato alla rassegna denominata “Accordo d’arte” che prevedeva un ambientazione tra il quadro e il mobile poi abbinata agli oggetti di arredo della casa. «Una novità , 56 anni fa».
Nella prima edizione le opere di Borta si confrontavano con la ditta Vattolo che presentava la famosa lampada ad arco della Flos, mentre nell’area esterna si esibivano nelle serate cantanti come Mina, Modugno, Peppino di Capri, Don Marino Barreto, Fred Bongusto: a presentarli, un personaggio televisivo che sarebbe poi diventato famosa grazie alle sue imitazioni, Alighiero Noschese.
La rassegna, che sarà inaugurata sabato alle 11.30, resterà aperta fino all’8 ottobre.
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