E noi scoprimmo l’America

VENZONE. Le potenzialità del Friuli come set cinematografico vengono scoperte all'inizio degli anni 50. Che cosa cercano i cineasti italiani e stranieri? Ciò in cui, nell'immaginario collettivo, questo territorio era generalmente identificato: le montagne, il confine, la Grande Guerra.
Relativamente poche sono le pellicole italiane su quel lungo e logorante conflitto. Significativo è il fatto che alcune siano state girate in Friuli Venezia Giulia, che fu uno dei principali teatri della Grande Guerra. All'inizio del 1957 la storica cittadina di Venzone è scelta come location principale del kolossal hollywoodiano Addio alle armi, la seconda versione cinematografica del celebre romanzo di Ernest Hemingway.
Per quale motivo Venzone? Perché in Addio alle armi, film costruito secondo i canoni delle grandi produzioni americane dei Cinquanta che, enfatizzando l'uso del colore e del Cinemascope, fanno risaltare bellezze paesaggistiche, scenari naturali maestosi e spettacolari, architetture pittoresche, il caratteristico aspetto antico di questa cittadina friulana (le mura medioevali, la piazza, le tipiche vie strette) e la sua posizione ai piedi delle montagne erano in grado di evocare con immediatezza al pubblico internazionale l'ambiente della prima guerra mondiale in Italia.
Quando iniziano le riprese, nel mese di aprile, Venzone diventa una specie di succursale di Hollywood, con la presenza di una numerosa troupe guidata e diretta da David O.Selznick, produttore di film di grande successo commerciale come il celeberrimo Via col vento.
La presenza dei divi americani (Rock Hudson e Jennifer Jones, moglie del produttore) e italiani (Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Franco Interlenghi e altri) richiama quotidianamente folle di curiosi nelle vie e nella piazza occupata da centinaia di comparse (tra cui molti ex alpini) nel ruolo di soldati.
Anche l'uso di Venzone come set aveva certamente destato interesse, tanto che due anni dopo il produttore Dino De Laurentiis decide di girarvi La grande guerra (1959), diretto da Mario Monicelli e interpretato da Vittorio Gassman, Alberto Sordi e Silvana Mangano, in cui toni da commedia si intrecciano a momenti di realismo.
Di Venzone vengono valorizzate le mura, Piazza Municipio, strade, palazzi, vecchi edifici come la filanda. Inoltre, il fatto che a Venzone fossero ancora evidenti le rovine e le macerie di case e palazzi bombardati durante la seconda guerra mondiale contribuiva a dare un tono di autenticità all'ambientazione.
Al di là del piano cinematografico, va evidenziato l'eccezionale valore documentario delle sequenze di La grande guerra e di Addio alle armi girate a Venzone, perché costituiscono una preziosa testimonianza di storiche architetture che sarebbero state distrutte dal terremoto del 1976.
Oltre a Venzone, nel film di Monicelli vengono utilizzati come set la vicina Sella Sant'Agnese, le mura di Palmanova e Nespoledo di Lestizza (scene di massa relative alla ritirata).
Film di grande successo di pubblico e di critica, nonché vincitore del Leone d'Oro al Festival di Venezia, La grande guerra di Monicelli pochi anni dopo farà sentire la sua influenza su un altro film italiano ambientato durante la prima guerra mondiale e diretto da Pasquale Festa Campanile che riporta sullo schermo personaggi abili nell'arte di arrangiarsi, opportunisti e pusillanimi, i quali però, in extremis, si dimostrano capaci di gesti di coraggio, diventando "eroi per caso".
Si tratta di La ragazza e il generale, prodotto da Carlo Ponti, che viene girato quasi completamente in esterni in Friuli Venezia Giulia nell'estate del 1966.
È la storia di un soldato (Umberto Orsini) e di una contadina (Virna Lisi) che, nei giorni della ritirata di Caporetto, riescono a catturare un generale austriaco (l'attore americano Rod Steiger) e, col miraggio di riscuotere una grossa taglia, cercano di portarlo attraverso il territorio già occupato dal nemico fino al Piave.
Le avventure e peripezie dei tre protagonisti danno modo di percorrere sullo schermo l'intero territorio regionale: dalla zona di Tolmezzo a quella di Venzone, dalla Val Resia a Cividale, dalle rocce carsiche della Val Rosandra alla Bassa friulana, dove il fiume Stella e il Tagliamento rappresentano il fronte del Piave.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto