Ecco l'Archivio Lizzero, in 120 faldoni 50 anni di Friuli
UDINE. Giovedì alle 17.30 in sala Ajace a Udine, in occasione del ventesimo anniversario della sua scomparsa, sarà ricordato Mario Lizzero "Andrea" (Mortegliano 28 giugno 1913 - Udine 11 dicembre1994), figura importante del Novecento italiano, antifascista, partigiano e politico friulano. Il professor Alberto Buvoli, direttore dell'Istituto friulano per la storia del Movimento di Liberazione, ed io come, responsabile dell'archivio storico dell'Istituto e curatrice dell'ordinamento delle carte di Mario Lizzero, rievocheremo il ruolo di partigiano e di uomo politico, presentando il suo archivio recentemente ordinato, informatizzato e conservato al l'Ifsml.
L'archivio ripercorre l'intensa attività di un uomo dall'alto spessore culturale e umano, di un autodidattica che si è formato nell'università antifascista delle carceri del Ventennio e che ha operato a favore della crescita democratica del proprio Paese, con un'attenzione particolare alle classi piú svantaggiate e all'ambiente.
Le sue carte non raccolgono solo materiale biografico, ma risultano essere anche un utile strumento di approfondimento per la storia del Novecento italiano.
I 120 faldoni, suddivisi in 1087 fascicoli, coprono un arco cronologico molto vasto, dal 1943 al 1994, che traccia la storia dell'Italia, non solo friulana quindi, dalla Resistenza alla crisi dei partiti della Prima Repubblica. I documenti sono stati ordinati per tipologia e per argomenti, seguendo le indicazioni manoscritte annotate da Lizzero sulla copertina dei singoli fascicoli. Tali informazioni hanno permesso di ricostruire la sistemazione che aveva pianificato, ma mai attuato in concreto, visto che, all'atto della donazione da parte degli eredi, la documentazione si trovava in uno stato piuttosto caotico. L'archivio conserva tipologie eterogenee di carte quali corrispondenze, note e appunti manoscritti e dattiloscritti, testi di interventi pubblici, minute, ma anche una grandissima quantità di ritagli di giornale, opuscoli, inviti, volantini, fotografie e altri documenti di minore rilevanza storica come ricevute di conti correnti postali o dépliant pubblicitari. Con il lavoro di ordinamento, i fascicoli sono stati raggruppati in serie archivistiche - carte personali; interventi pubblici; materiali di studio e di lavoro - a loro volta articolate in sottoserie, una struttura che permette di ripercorrere l'intera vita di Mario Lizzero.
Nella serie "Carte personali" spiccano per importanza, oltre al carteggio che testimonia i legami personali con politici, intellettuali e artisti di livello nazionale, una raccolta di autobiografie in parte inedite, precedute da una preliminare ricerca genealogica, e alcune poesie in lingua friulana dedicate al terremoto e alla montagna.
La raccolta di orazioni pubbliche, ordinate secondo il criterio cronologico, ne attestano la costante presenza ed attività sul territorio e l'impegno non solo politico, ma anche culturale. Nulla è mai lasciato al caso, ogni relazione è frutto di studio e di aggiornamento pervicace, come dimostrano le fotocopie di saggi, articoli e opuscoli attualmente conservati nella serie "Materiali di studio e di lavoro" che tratteggia la sua poliedrica operosità nel Partito Comunista, nell'associazionismo - in particolar modo nell'Anpi - e negli Istituti di storia della Resistenza.
Eletto deputato nelle liste del Pci nel 1963, carica confermata per tre legislature (IV, V, VI) fino al 1976, ha partecipato ai lavori della Commissione Affari costituzionali, della Commissione Agricoltura ed è stato Vicepresidente della Commissione Difesa. Si è, inoltre, occupato, come attesta l'archivio, delle problematiche legate alle servitú militari, alle minoranze linguistiche e nazionali, all'emigrazione e alla montagna, riuscendo a far approvare la legge n. 1102 del 3 dicembre 1971 che istituiva le Comunità montane. Dal gennaio 1954, rientrato in Friuli dopo avere ricoperto l'incarico di segretario della Federazione del Pci di Venezia, si impegnò nella battaglia per l'autonomia regionale del Friuli Venezia Giulia, di cui si trovano parecchi fascicoli, in particolare appunti manoscritti e dattiloscritti per la redazione dello Statuto regionale.
Sta ora agli storici usufruire di questi preziosi documenti e trovare stimoli per ampliare le loro ricerche, perdendosi tra le carte, ora finalmente pubbliche, raccolte in piú di cinquant'anni da questo importante uomo politico.
Curatrice dell’archivio Lizzero
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