Equilibrio e pensiero spirituale, viaggio all’interno della mente

Esce il nuovo libro in marilenghe di Franco Fabbro “Il timp de meditazion”. Il volume sarà presentato sabato 11 maggio alla Società Filologica udinese

Francesco De Stefano

Franco Fabbro, neuroscienziato friulano da circa due anni in quiescenza, non ha di certo “pensionato” la sua vena creativa a 360 gradi. Continua infatti (e ci auguriamo proseguirà ancora a lungo) a sfornare opere di saggistica scientifica, filosofica, religiosa e anche sorprendenti incursioni nella sua lingua madre, quel friulano in cui nel 1999 editò con KV Il cjâf dai Furlans – neuropsicologjie dai sintiments. È infatti in uscita in libreria in questo mese mariano Il timp de meditazion – Neuropsicologjie, filosofie e spiritualitât, sempre per KV, traduzione di una sua opera del 2019, La meditazione mindfulness, pubblicata da Il Mulino.

E se Il cjâf dai Furlans vendette la ragguardevole cifra di alcune migliaia di copie, pur parlando del nostro cervello, della sua anatomia e fisiologia, e di come in esso si possono rappresentare le lingue che impariamo, ci sentiamo di azzardare un importante risultato anche per questa introduzione al tema (molto caro all’autore in questi ultimi vent’anni) della meditazione di consapevolezza (il mindfulness del titolo originale), una tecnica che Fabbro non solo ha acquisito e pratica ormai da tempo immemore, ma uno strumento riconosciuto come sempre più importante, anche sul piano clinico.

Nel suo libro l’autore (che in questo caso si firma ovviamente come Franc Fari) elenca i principali tipi di meditazione che le varie tradizioni religiose e spirituali hanno sviluppato (induista e buddhista); quindi ricorda come si è diffusa in Occidente questa pratica di autoconsapevolezza (sottolineando il ruolo di pensatori come Gurdjieff, Naranjo e Rayneesh); descrive diverse pratiche e training meditativi, soffermandosi poi in particolare sulla meditazione vipassanā.

Fabbro (alias Fari) non solo la pratica a livello personale, ma ha contribuito a diffonderla e farla conoscere un po’ in tutto il territorio nazionale grazie ai numerosi corsi che ha tenuto (e continua a organizzare) insieme a molti entusiasti collaboratori, che lo affiancano da tempo in questa meritoria attività.

Sì… Chiamo meritorio questo impegno in quanto diffondere questa meditazione di consapevolezza (di derivazione buddhista) non è un puro e semplice fatto intellettuale (che già di per sé sarebbe encomiabile), ma mettere a disposizione di chi lo voglia uno strumento che consente di avere una modalità in più per “star bene con se stessi”. Infatti, come emerge chiaramente dalla lettura del libro, la meditazione è ben lungi dall’essere una tra le tante “teorie” intellettuali con cui descrivere la nostra psiche e il suo funzionamento, ma è una “pratica virtuosa”, per nulla facile e piuttosto impegnativa, con cui avviare un cammino di sviluppo interiore e di conquista di quel nucleo fondante che sta in ognuno di noi e che, di fatto, la pura razionalità non solo non consente di individuare, ma anzi, paradossalmente, contribuisce a celare!

Al lettore potrebbe sembrare alquanto strano o perfino assurdo affermare che l’esercizio della razionalità, e in genere del pensiero riflessivo, possa costituire una sorta di “ostacolo” per il raggiungimento della parte più profonda del nostro essere. Quante volte abbiamo sentito parlare dell’importanza di “riflettere” su se stessi, di “analizzare” razionalmente il nostro vissuto e i nostri comportamenti, proprio al fine di “capirci” meglio e di “scoprire” il nostro vero Io? Contrariamente a questo atteggiamento intellettuale opera invece la meditazione vipassanā in cui, con la presa di coscienza e l’osservazione del proprio respiro, del proprio corpo e le sue sensazioni, e dei propri pensieri e del loro ruolo “distraente”, il soggetto che medita entra in contatto con la parte più intima di sé, “facendo il vuoto” nella propria mente, lasciandosi “scivolare addosso” il tentativo dei pensieri di farci concentrare “sull’esterno” da noi.

Due notevoli parti del libro sono poi dedicate a mostrare l’effetto a livello biologico che la meditazione può avere, sia nell’agire sulle emozioni, sia nella terapia del dolore. A tal fine Franc Fari riassume mirabilmente alcune delle caratteristiche anatomico-funzionali del nostro sistema nervoso e mostra come recenti studi in campo neurobiologico evidenziano senz’ombra di dubbio la presenza di effetti della meditazione non solo nell’ambito di quella che chiamiamo “sfera psichica”, ma anche nella stessa “sfera somatica”.

Non deve essere stata impresa agevole per i curatori della traduzione in friulano, Adriana Padovani e Alessio Matiz (coadiuvati da Pauli Cantarut e Alessandra Kersevan), trovare sia i termini sia le locuzioni migliori per esprimere concetti che, anche in italiano, sono abbastanza diversi da quelli cui ci hanno abituato secoli di pensiero filosofico razionale, a partire dalla cultura greca. Se quindi Il cjâf dai Furlans è stato considerato il primo vero libro scientifico scritto in lingua friulana, Il timp de meditazion potrà essere interpretato come il primo libro che presenta (come l’originale di cui è la traduzione) una mirabile esplorazione di un territorio in cui si incontrano la descrizione neuroscientifica della nostra mente, la dimensione spirituale e l’analisi del nostro equilibrio psico-fisico.

Il libro verrà presentato sabato 11 maggio alla Società Filologica udinese in via Manin alle 18,30. Presenteranno il libro Alessio Matiz (uno dei traduttori) e Sandro Fabbro (fratello dell’autore), ovviamente alla presenza di… Franc Fari.

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