Da “fanfaluca” a “redamare”: A San Giorgio di Nogaro in mostra l’Ufficio delle parole smarrite

L’esposizione a Villa Dora e nelle vie del centro dal 2 febbraio al 2 giugno. Spazio alle parole rare, desuete ma dal valore prezioso. L’artefice è l’artista Sabrina D’Alessandro: «Così ritornano a vivere»

Fabiana Dallavalle
A sinistra alcune installazioni, a destra l’artista Sabrina D’Alessandro all’opera all’interno di Villa Dora
A sinistra alcune installazioni, a destra l’artista Sabrina D’Alessandro all’opera all’interno di Villa Dora

È l’artista visiva, scrittrice e studiosa del linguaggio che custodisce le parole meno utilizzate e quelle più arcaiche attraverso l’Urps (Ufficio resurrezione parole smarrite), un luogo in cui custodisce i tesori nascosti della lingua italiana. Sabrina D’Alessandro sarà in mostra dal 2 febbraio al 2 giugno, a Villa Dora a San Giorgio di Nogaro, con “Ufficio Resurrezione parole smarrite.

Succursale di Villa Dora” progetto promosso da Biblioteca Villa Dora, Comune di San Giorgio di Nogaro, Sistema Bibliotecario InBiblio, in collaborazione con Urps Ufficio resurrezione parole smarrite, 0432 Associazione Culturale, Emanuele Bertossi.

L’iniziativa gode del prestigioso sostegno del Ministero della Cultura Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore e ha inoltre il patrocinio dell'Associazione Italiana Biblioteche Fvg e il finanziamento della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.

Ci spiega che cos’è l’Ufficio resurrezione parole smarrite?

«È l’Ente preposto al recupero di parole smarrite benché utilissime alla vita sulla Terra che ho fondato a Milano ormai nel 2009. Tramite l’Ufficio resurrezione ricerco e recupero parole rare, desuete, spesso arcaiche o cadute in disuso ma ancora significative per come risuonano e per i concetti che contengono. Riportarle alla memoria significa per me sublimarle, ovvero trattarle come veri e propri oggetti e soggetti d’arte».

Quante parole ha resuscitato fino adesso?

«Io penso più di cinquecento. Molte sono nei libri che ho pubblicato, altre hanno preso la forma di sculture, installazioni, fotografie. La parola cui tengo di più, redamare, sono riuscita a trasformarla in un vero e proprio monumento: è diventata un’opera pubblica sul lungomare di La Spezia. Redamare è una parola rimasta invariata dal latino che significa amare ed essere amati... una parola davvero utilissima alla vita sulla erra! Le parole muoiono se dimenticate, facendone un monumento si ricordano e quindi in qualche modo ritornano a vivere».

Villa Dora diventerà un meraviglioso ufficio succursale delle parole Smarrite, è corretto?

«Spero soprattutto nell’aggettivo meraviglioso! Villa Dora sarà la terza succursale dell’Ufficio Resurrezione. La prima è stata fondata a Bucaramanga, in Colombia, la seconda a Recanati davanti al monumento a Leopardi, che oltre a essere grande scrittore era fine linguista. Nella succursale di Villa Dora verranno esposte (sia nelle sale della villa, ma letteralmente anche alle finestre) tante parole resuscitate” in forma di video e installazioni. Le canteremo anche con un soprano in occasione del XIX censimento peculiare, installazione itinerante che chiede al pubblico di votare il difetto umano più attuale. La mostra si espanderà anche oltre i confini della biblioteca, con 6 parole “altrimenti smarrite” in grande formato, che torneranno a vivere in forma di maxi-affissioni urbane lungo le strade cittadine. Un progetto che desideravo realizzare da tanti anni e che finalmente si è concretizzato grazie al supporto della biblioteca».

Il primo appuntamento in programma è fissato per oggi, domenica 2 febbrai, alle 10.30, con un workshop pratico per i bambini dai sette anni. Quanto è importante per i bambini “giocare” con le parole?

«Importantissimo! Giocare con le parole non solo ci insegna ad amarle, ma è anche un modo per accendere nuove, imprevedibili immaginazioni». 

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