Fantasmi e misteri: un viaggio nel mondo del paranormale che mette i brividi

Il libro in uscita di Lucia Burello raccoglie testimonianze e vicende. E segna anche il via di una nuova rubrica sul Messaggero Veneto   

Dagli omicidi ai fantasmi. Una logica sequenza soprattutto parlando del prossimo libro di Lucia Burello, rigattiera del crimine come ama definirsi, e in uscita a luglio per Gaspari Editore. Il titolo è già una promessa e ben dispone gli appassionati del brivido che in: “Bu! Fantasmi e misteri nelle confessioni dei friulani di oggi”, assaggeranno il gusto del gotico nostrano.

Ascoltando le incredibili storie di uomini e donne protagonisti di esperienze sconcertanti, la Burello ha pensato di raccoglierle iniziando una nuova avventura letteraria. Il libro spazia tra saggistica e narrativa ed è l’inizio di un viaggio nel mondo del paranormale in regione, accompagnati da coloro che hanno avuto il privilegio o la sfortuna di incontrare un fantasma. Fedele a una narrativa vivace e, a tratti, ironica, l’autrice non manca di arricchire il testo anche di una puntuale panoramica sul passato.

Così, partendo dalle cronache di antichi quotidiani e scartando tutto ciò che rientra nella leggenda, il libro mette a confronto i misteri locali con i casi internazionali e che, nel corso dei secoli, anche qui in Friuli hanno scatenato un dibattito epocale tra filosofi, scienziati, religiosi e letterati. Ben lungi dal prendere una posizione, la Burello ci consegna un testo curioso e capace di offrire molti spunti di riflessione.

Ma è necessario entrare, come lei dice, «in una dimensione apparentemente scomoda, ma in fondo ragionevole: quella del “tutto possibile”. Da questo punto di osservazione, infatti - continua la scrittrice - la percezione delle cose cambierà inevitabilmente, si acuirà e alcune intuizioni, o visioni, risulteranno perfino salvifiche. Per far parte di tutto ciò che ci circonda, visibile e invisibile, facendone conoscenza, non serve l’intelletto e il pensiero, bensì il Sentire. Sono sempre stata dell’idea – conclude – che prima di parlare sia necessario conoscere il silenzio; non è forse il silenzio l’origine di ogni ispirazione?».

L’esordio di un’avventura: l’uscita del libro, infatti, segna anche l’inizio di una nuova rubrica su questo quotidiano, in sostituzione dell’ormai nota finestra sugli omicidi del passato. Tratterà delle esperienze paranormali dei lettori. L’invito dunque, è di raccontarle all’indirizzo: fantasmitranoi@gmail.com. Perché, come scrive: «Ci saranno sempre sinistri ululati tra le gole delle montagne, dentro ai crepacci, in cima alle vette, sugli altopiani un tempo teatro di guerre e massacri.

Ci saranno pietre lanciate dal nulla. E sempre il vento fischierà minaccioso, correndo lungo giogaie di monti, seguendo sferzante il passo di intrusi viandanti, sentinella a difesa di quelle colonie d’anime che chiedono soltanto pace. Ci saranno sempre, in ogni luogo e tempo, vecchie case con lugubri scantinati, soffitte misteriose e porte cigolanti.

Ville chiuse da anni, evitate e invendibili, austere architetture che il verde severo dell’edera ha sommerso, come se una mano gentile avesse posato una coperta per un lungo letargo. Palazzetti la cui storia è taciuta dall’omertà e dalla superstizione, abitati in passato da famiglie disgraziate e in seguito abbandonati, avviliti nella loro desolazione e dove i ricordi, sbiaditi sotto la polvere e tra le ragnatele, attendono pazienti la resurrezione.

Ci sarà sempre un ospite sprovveduto e ignaro che, guardando oltre al letto nel buio della stanza, vedrà rischiarata dalla luna una triste figura che lo osserva e che, più spaventata di lui, presto sbiadirà sciogliendosi nella luce del plenilunio.

E lungo i sentieri dei giardini o le strade di periferia, complici le ombre, torneranno i viandanti incappucciati che scivoleranno via nella boscaglia, con movimenti fulminei e innaturali, come se non avessero piedi. E in ogni luogo e in ogni tempo, ci sarà sempre chi, prigioniero di un umore nerastro, affiancherà per poco il suo passo cauto a quel refolo gelido che, burlandosi di lui, gli ricorderà che siamo attesi».


 

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