Fedez: i politici non sanno affrontare il problema degli immigrati
UDINE. «I nostri politici non sanno affrontare il problema degli immigrati». A far canzoni non si fan rivoluzioni, lo aveva già capito Guccini, però Fedez ci prova lo stesso, non con la pretesa di cambiare il mondo, ma certamente con la speranza di scuotere gli animi.
Come con questa frase pronunciata ieri in vista del concerto in Friuli Venezia Giulia. Il 10 luglio, infatti, Fedez sarà a Trieste, con il “Pop-Hoolista Tour”, che prende il nome dal suo omonimo quarto album. Il rapper milanese sarà in piazza Unità per la tappa conclusiva di Live in Trieste, al via martedí 23 giugno con il concerto di Paolo Nutini (per cui sono ancora disponibili biglietti sul circuito Ticketone).
Ingredienti principali dello show di Fedez saranno la satira e l’ironia, in un intreccio esplosivo di musica, parole e immagini.
Come nel disco (doppio di platino uscito il 30 settembre scorso), Fedez affronterà tematiche politiche e di critica sociale, scegliendo di raccontare i fatti attraverso la commistione di generi e linguaggi diversi, abbinando ai brani monologhi e video, rivisitando in modo contemporaneo e inedito il genere espressivo del Teatro Canzone.
«Sono un appassionato del genere - ci spiega nel corso dell’intervista che ci ha concesso tra una prova e l’altra -, ma non mi permetterei mai di mettermi sullo stesso piano di Gaber, che considero inarrivabile. Ho ascoltato con attenzione i cantautori degli anni ’70, traendo ispirazione e insegnamento dall’uso che facevano della parola, cosa che mi è poi stata utilissima nelle gare di freestyle. Trovo che l’“Avvelenata” di Guccini sia semplicemente geniale».
Durante lo show Fedez utilizza la musica e il teatro per raccontare l’attualità e le contraddizioni della società contemporanea, ma sottolinea maggiormente le parti recitate e parlate attraverso l’innesto di immagini e grafiche, rese ancora piú spettacolari da un immenso palco centrale, che permette a tutti di godere a 360 gradi dello show.
«Ho fatto un percorso artistico variegato - ci spiega ancora - e credo che nello spettacolo confluisca un po’ tutto. Ci sono riferimenti alla street art o al punk, per esempio».
Il concerto in Friuli Venezia Giulia sarà un grande spettacolo, un happening in cui Fedez non risparmierà nessuno: politici in tv che rischiano l’arresto per oltraggio al pudore, i vizi della generazione selfie, tronisti, presentatori, e il Patto del Nazareno. Frecciate a esponenti di società e politica, ai parlamentari che lo hanno criticato negli ultimi mesi. Con grande sincerità e senza mandarle a dire.
Fedez ha solo 25 anni, ma ha tante idee e soprattutto le ha ben chiare. Sostenitore del movimento No Expo, ma come precisa lui «nella sua forma civile», si dice fortemente indignato per il modo in cui è stato gestito l’evento.
«La manifestazione poteva essere una grande opportunità per tutti - precisa -, ma è stata gestita malissimo. Ci sono stati appalti irregolari e perfino affidamenti diretti per cifre ingenti. I costi sono risultati triplicati. Per non parlare poi dei contratti di lavoro gestiti dalla agenzie interinali o dell’operaio di 21 anni caduto da un ponteggio in uno dei cantieri per la tangenziale esterna di Milano. Su questa cosa c’è stato un vergognoso silenzio e trovo ancora piú vergognoso che Renzi non ne abbia minimamente parlato nella cerimonia di inaugurazione».
«A livello europeo hanno parlato pochissimo della manifestazione e The Guardian lo ha definito una barzelletta. L’Expo è solo un grandissimo fondale cinematografico; ha arricchito i soliti noti, ma tra 4 mesi, quando tutto finirà, sarà solo una discarica a cielo aperto».
I bersagli politici di Fedez sono svariati. Il leghista Salvini, per esempio, viene tirato in causa nel testo di Pop Hoolista. «Semplicemente non sono d’accordo con il suo modo di fare - conclude-. Cosa penso dell’immigrazione? È una questione che i nostri politici non sanno affrontare. Abbiamo meno immigrati di altri stati europei, ma non li sappiamo gestire. Il problema non sono i numeri».
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